L’AMBIENTAZIONE: L’EPOCA
Un elemento importante da conoscere, per capire una storia, è l’ambientazione. Con il termine “ambientazione” si intende l’epoca (il tempo) e lo spazio (il luogo) in cui si svolge la storia.
Vediamo qui l’epoca.
EPOCA = passato, presente o futuro.
L’immagine a destra è sicuramente ambientata nel
PASSATO
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Qui, invece, siamo nel PRESENTE
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E qui, probabilmente, nel FUTURO
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Però, non basta dire IL PASSATO, IL PRESENTE, o IL FUTURO.
Infatti guarda le immagini seguenti:
1
Qui siamo nella preistoria
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2
Qui nell’antica Grecia
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3
Qui durante l’Impero romano
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4
Qui nell’Alto Medioevo
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5
Qui nel Basso Medioevo
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6
Qui nel secolo XIX
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7
E qui nel 1945
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Il PASSATO, dunque, può significare molte cose diverse.
A volte in una storia non c’è alcun riferimento all’epoca. Questo succede perché la storia raccontata è valida in tutte le epoche. [mancanza di indicazione temporale]
Esempio 1:
LA DONNOLA E LE GALLINE (di Esopo, traduzione di Cecilia Benedetti, Mondadori)
Una donnola, venuta a sapere che le galline di una fattoria erano ammalate, si camuffò da medico e, presi con sé gli strumenti propri della professione, si recò sul posto. Quando fu alla porta della fattoria, chiese alle galline come stessero. «Bene» fu la risposta, «purché tu stia alla larga da qui».
Così gli uomini assennati smascherano i malvagi, anche se costoro simulano le migliori intenzioni.
AIUTO:
venuta a sapere = dopo aver saputo (saputo = verbo SAPERE)
si camuffò = passato remoto di CAMUFFARSI
si recò = passato remoto di RECARSI
chiese = passato remoto di CHIEDERE
come stessero = come stavano
fu = passato remoto di ESSERE
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La donnola è un animale carnivoro, che si nutre di lepri, topi e anche galline
| Le galline sono animali domestici, allevati in tutto il mondo |
Altre volte l’epoca è chiarita con precisione, con l’indicazione del giorno, mese e anno in cui incomincia. [indicazione temporale molto precisa]
Esempio 2:
ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS (di Ugo Foscolo, Einaudi)
Da’ colli Eugànei, 11 ottobre 1797
Il sacrificio della patria nostra è consumato; tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure e la nostra infamia.
AIUTO:
resterà = futuro del verbo RESTARE
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Altre volte viene indicata la stagione, ma non l’anno. [indicazione temporale generica]
Esempio 3:
ADDIO ALLE ARMI (di Ernest Hemigway, Mondadori)
Sul finire di quell’estate abitavamo in un villaggio dove di là dal fiume e dalla pianura si vedevano i monti. Nel letto del fiume ciottoli e ghiaia erano asciutti e bianchi nel sole e l’acqua correva limpida e azzurra nei canali. Passavano truppe accanto alla casa e proseguivano lungo la strada, la loro polvere copriva le foglie degli alberi.
AIUTO:
abitavamo = imperfetto del verbo ABITARE
vedevano = imperfetto del verbo VEDERE
erano = imperfetto del verbo ESSERE
correva = imperfetto del verbo CORRERE
passavano = imperfetto del verbo PASSARE
proseguivano = imperfetto del verbo PROSEGUIRE
copriva = imperfetto del verbo COPRIRE
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Oppure viene indicato l’anno soltanto. [indicazione temporale precisa, ma non completa]
Esempio 4:
MARCO VISCONTI (di Tommaso Grossi, Edizioni Paoline)
Sul confine tra il dominio dei monaci e il territorio di Bellagio, segnato ancora al dì d’oggi con una pietra, sorgeva nel 1329 un vecchio castello che fu poi rovinato verso il termine di quel secolo, e del quale non si conserva più nessuno avanzo.
AIUTO:
sorgeva = imperfetto del verbo SORGERE
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ESERCIZI:
Sottolinea le indicazioni di tempo che ci sono nei brani seguenti e metti la crocetta sul tipo di indicazione che è stata scelta:
Testo 1:
IL CONTE DI MONTECRISTO (di Alexandre Dumas, Edizioni San Paolo)
Il 24 febbraio 1815 la vedetta di Nostra Signora della Guardia segnalò il tre-alberi Pharaon che arrivava da Smirne, via Trieste e Napoli.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 2:
L’ESTATE INCANTATA (di Ray Bradbury, Mondadori)
Era una mattina tranquilla e la città era ancora avvolta nel buio, infilata a letto. Il tempo diceva che era estate: il vento aveva quel certo tocco e il respiro del mondo era lungo, caldo e lento. Bastava alzarsi e sporgersi dalla finestra per sapere che questo era il primo giorno di libertà e di vita, il primo mattino d’estate. […]
Le porte delle case si spalancarono e la gente si affrettò a uscire. Cominciò l’estate del 1928.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 3:
L’INVASIONE DEGLI ULTRACORPI (di Jack Finney, Mondadori)
Per me la cosa ebbe inizio verso le sei di una sera di giovedì, il 13 agosto 1953.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 4:
ERNESTO (di Umberto Saba, Einaudi)
Era una giornata della primavera inoltrata, e la via era piena di sole. Ma, dentro il magazzino, faceva fresco, un fresco umido, che odorava di farina.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 5:
IL ROSSO E IL NERO (di Stendhal, Garzanti)
La cittadina di Verrières può essere considerata una delle più graziose della Franca Contea. Le sue case bianche, dai tetti aguzzi e dalle tegole rosse, si arrampicano sul declivio di una collina dove macchie di vigorosi castagni mettono in risalto ogni minima sinuosità. Il Doubs scorre qualche centinaio di piedi sotto le fortificazioni costruite un tempo dagli spagnoli e ora in rovina.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 6:
L’IDIOTA (di Fëdor Dostoevskij, Einaudi)
Verso le nove del mattino d’una giornata di sgelo, sul finir di novembre, il treno della ferrovia Pietroburgo-Varsavia si avvicinava a tutto vapore a Pietroburgo. Il tempo era così umido e nebbioso, che a stento si era fatto giorno; difficile era distinguere qualche cosa dai finestrini della carrozza a dieci passi di distanza, a destra come a sinistra della linea.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 7:
DIETRO LA PORTA (di Giorgio Bassani, Einaudi)
Sono stato molte volte infelice, nella mia vita, da bambino, da ragazzo, da giovane, da uomo fatto; molte volte, se ci ripenso, ho toccato quel che si dice il fondo della disperazione. E tuttavia ricordo pochi periodi più neri, per me, dei mesi di scuola fra l’ottobre del 1929 e il giugno del ’30, quando facevo la prima liceo.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 8:
L’ENTRATA IN GUERRA (di Italo Calvino, Einaudi)
Il 10 giugno del 1940 era una giornata nuvolosa. Erano tempi che non avevamo voglia di niente. Andammo alla spiaggia lo stesso, al mattino, io e un mio amico che si chiamava Jerry Ostero. Si sapeva che al pomeriggio avrebbe parlato Mussolini, ma non era chiaro se si sarebbe entrati in guerra o no. Ai bagni quasi tutti gli ombrelloni erano chiusi; passeggiammo sulla riva scambiandoci supposizioni e opinioni, con frasi lasciate a mezzo, e lunghe pause di silenzio.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 9:
TEMPI DIFFICILI (di Jorge Amado, Einaudi)
Era stato un mese di cattive notizie. Il deputato Artur Carneiro Macedo da Rocha, discendente di antica famiglia paulista, pensava contento che entro poche ore quel fatidico mese di ottobre del 1937 sarebbe finito, chissà che novembre cominciasse sotto migliori auspici.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 10:
IL MEDICO DI CAMPAGNA (di Honoré de Balzac, Garzanti)
In una bella mattina di primavera del 1829 un uomo sui cinquant’anni percorreva a cavallo il sentiero che porta ad un grosso villaggio nei pressi della Grande-Chartreuse. Il villaggio è il capoluogo di un popoloso cantone chiuso dentro una lunga vallata.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 11:
L’UOMO INVISIBILE (di Herbert G. Wells, Newton)
Lo straniero arrivò ai primi di febbraio, in una giornata gelida, sferzata da un vento tagliente e battuta da una fitta nevicata, l’ultima della stagione. Veniva a piedi dalla stazione di Brumblehurst, e teneva in mano, una mano pesantemente guantata, una valigetta nera. Era imbaccuccato dalla testa ai piedi, e la tesa del suo morbido cappello di feltro gli scendeva sul viso, nascondendolo quasi interamente alla vista.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 12:
LA STORIA (di Elsa Morante, Einaudi)
Un giorno di gennaio dell’anno 1941, un soldato tedesco di passaggio, godendo di un pomeriggio di libertà, si trovava, solo, a girovagare nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Erano circa le due del dopopranzo, e a quell’ora, come d’uso, poca gente circolava per le strade. Nessuno dei passanti, poi, guardava il soldato, perché i Tedeschi, pure se camerati degli Italiani nella corrente guerra mondiale, non erano popolari in certe periferie proletarie.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 13:
UOMINI E TOPI (di John Steinbeck, Bompiani)
Poche miglia a sud di Soledad, il Salinas capita sotto le falde dei colli, dove scorre verde e profondo. L’acqua è anche tiepida, perché è sgusciata sfavillando sulle sabbie gialle nel sole, prima di giungere alla stretta pozza.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 14:
L’UOMO SENZA QUALITÀ (di Robert Musil, Einaudi)
Sull’Atlantico un minimo barometrico avanzava in direzione orientale incontro a un massimo incombente sulla Russia, e non mostrava per il momento alcuna tendenza a schivarlo spostandosi verso nord. Le isoterme e le isotere si comportavano a dovere. La temperatura dell’aria era in rapporto normale con la temperatura media annua, con la temperatura del mese più caldo come con quella del mese più freddo, e con l’oscillazione mensile aperiodica, il sorgere e il tramontare del sole e della luna, le fasi della luna, di Venere, dell’anello di Saturno e molti altri importanti fenomeni si succedevano conforme alle previsioni degli annuari astronomici. Il vapore acqueo nell’aria aveva la tensione massima, e l’umidità atmosferica era scarsa. Insomma, con una frase che quantunque un po’ antiquata riassume benissimo i fatti: era una bella giornata d’agosto dell’anno 1913.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Testo 15:
LA TELA DI RAGNO (di Joseph Roth, Bompiani)
Theodor crebbe nella casa del padre, l’ispettore doganale e ex sergente maggiore Wilhelm Lohse. Il piccolo Theodor era un ragazzo biondo, volonteroso e educato. Aveva desiderato con tutta l’anima, ma senza realmente crederci, il prestigio che avrebbe conseguito più tardi nella vita. Si può dunque dire: superò le aspettative che non aveva mai riposto in se stesso.
ð indicazione temporale molto precisa
ð indicazione temporale generica
ð indicazione temporale precisa, ma non completa
ð mancanza di indicazione temporale
Naturalmente una storia ha anche una DURATA, cioè incomincia in un certo tempo e finisce dopo altro tempo (qualche ora, qualche giorno, qualche mese, qualche anno, molti anni, ecc.).
Leggi il brano seguente: già nella prima pagina di questo libro si fa notare una durata di qualche settimana.
LA TREGUA (di Primo Levi, Einaudi)
Nei primi giorni del gennaio 1945, sotto la spinta dell’Armata Rossa ormai vicina, i tedeschi avevano evacuato in tutta fretta il bacino minerario slesiano. Mentre altrove, in analoghe condizioni, non avevano esitato a distruggere col fuoco o con le armi i Lager insieme con i loro occupanti, nel distretto di Auschwitz agirono diversamente: ordini superiori (a quanto pare dettati personalmente da Hitler) imponevano di «recuperare», a qualunque costo, ogni uomo abile al lavoro. Perciò tutti i prigionieri sani furono evacuati, in condizioni spaventose, su Buchenwald e su Mauthausen, mentre i malati furono abbandonati a loro stessi. Da vari indizi è lecito dedurre la originaria intenzione tedesca di non lasciare nei campi di concentramento nessun uomo vivo; ma un violento attacco aereo notturno, e la rapidità dell’avanzata russa, indussero i tedeschi a mutare pensiero, e a prendere la fuga lasciando incompiuto il loro dovere e la loro opera.
Nell’infermeria del Lager di Buna-Monowitz eravamo rimasti in ottocento. Di questi, circa cinquecento morirono delle loro malattie, di freddo e di fame prima che arrivassero i russi, ed altri duecento, malgrado i soccorsi, nei giorni immediatamente successivi.
La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945. fummo Charles ed io i primi a scorgerla: stavamo trasportando alla fossa comune il corpo di Sómogyi, il primo dei morti fra i nostri compagni di camera.
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