giovedì 3 gennaio 2013

166 - La pronuncia: prendi confidenza con i suoni della lingua italiana

La pronuncia della lingua italiana è abbastanza semplice, perché ad ogni lettera (o segno) dell’alfabeto corrisponde quasi sempre un unico suono.
In un alfabeto idealmente perfetto a ogni lettera dovrebbe corrispondere un unico suono, ma ciò non avviene in alcun alfabeto al mondo; l’alfabeto italiano è uno dei più perfetti, poiché sono pochissimi i casi in cui tale corrispondenza non c’è.
Ciò nonostante, un alunno straniero (in particolare se parlante una lingua madre completamente diversa dall’italiano, ad esempio una lingua dell’Asia Orientale) si trova molte volte in difficoltà nel pronunciare le parole italiane; spesso si vergogna a farlo, perché sente che la sua pronuncia è imperfetta.
Incominciamo da questa lezione ad addentrarci nel mondo della pronuncia della lingua italiana. Ho scelto un metodo che prevede l’ascolto di alcune canzoni italiane, scelte in base alle loro caratteristiche di pronuncia. In questo blog trovi i testi di queste canzoni e un link che ti permette di ascoltarle: leggi e ascolta contemporaneamente. Spero che la cosa sia divertente.
Prima di tutto facciamo un po’ di abitudine ai suoni della lingua italiana, senza pensare troppo alle caratteristiche fonologiche.
Ho scelto alcune canzoni di Lucio Battisti, un cantante famosissimo in Italia, che ha avuto successo  soprattutto negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, ma che ancora oggi è amatissimo dagli Italiani.


LUCIO BATTISTI: DIECI RAGAZZE (1969)

Ho visto un uomo che moriva per amore,
ne ho visto un altro che più lacrime non ha.
Nessun coltello mai
ti può ferir di più
di un grande amore che ti stringe il cuor.
Dieci ragazze per me posson bastare,
dieci ragazze per me, voglio dimenticare:
capelli biondi d'accarezzare
e labbra rosse sulle quali morire.
Dieci ragazze per me, solo per me.
Una la voglio perché
sa bene ballare.
Una la voglio perché
ancor non sa cosa vuol dir l'amore.
Una soltanto perché
ha conosciuto tutti tranne me.
Dieci ragazze così
che dicon solo di sì.
Vorrei sapere chi ha detto
che non vivo più senza te.
Matto, quello è proprio matto perché
forse non sa
che posso averne una per il giorno,
una per la sera,
però quel matto mi conosce
perché ha detto una cosa vera.
Dieci ragazze per me posson bastare,
dieci ragazze per me, io voglio dimenticare:
capelli biondi d'accarezzare
e labbra rosse sulle quali morire.
Dieci ragazze così
che dicon solo di sì.
Vorrei sapere chi ha detto
che non vivo più senza te.
Matto, quello è proprio matto perché
forse non sa
che posso averne una per il giorno,
una per la sera,
però quel matto mi conosce
perché ha detto una cosa vera.
Dieci ragazze per me,
dieci ragazze per me…
però io muoio per te…

Link per ascoltare la canzone:
LUCIO BATTISTI: IO VORREI… NON VORREI… MA SE VUOI… (1972)

Dove vai quando poi resti sola?
Il ricordo come sai non consola.
Quando lei se ne andò per esempio,
trasformai la mia casa in un tempio.
E da allora solo oggi non farnetico più,
a guarirmi chi fu?
Ho paura a dirti che sei tu.
Ora noi siamo già più vicini:
io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…
Come può lo scoglio
arginare il mare?
Anche se non voglio,
torno già a volare.
Le distese azzurre
e le verdi terre,
le discese ardite
e le risalite,
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto.
Dove vai quando poi resti sola?
Senza ali tu lo sai non si vola.
Io quel dì mi trovai per esempio
quasi sperso in quel letto così ampio.
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei:
io la morte abbracciai,
ho paura a dirti che per te
mi svegliai.
Oramai fra di noi solo un passo:
io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…
Come può uno scoglio
arginare il mare?
Anche se non voglio
torno già a volare.
Le distese azzurre
e le verdi terre,
le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto.
Link per ascoltare la canzone:
LUCIO BATTISTI: ANCORA TU (1976)
Ancora tu, non mi sorprende lo sai;
ancora tu, ma non dovevamo vederci più?
E come stai? Domanda inutile.
Stai come me e ci scappa da ridere.
Amore mio hai già mangiato o no.
Ho fame anch'io e non soltanto di te.
Che bella sei, sembri più giovane
o forse sei solo più simpatica.
Oh lo so cosa tu vuoi sapere...
Nessuna no, ho solo ripreso a fumare...
Sei ancora tu, purtroppo l'unica.
Ancora tu, l'incorreggibile.
Ma lasciarti non è possibile.
No lasciarti non è possibile.
Lasciarti non è possibile.
No lasciarti non è possibile.

Sei ancora tu, purtroppo l'unica.
Ancora tu, l'incorreggibile.
Ma lasciarti non è possibile.
No lasciarti non è possibile.
Lasciarti non è possibile.
No lasciarti non è possibile.
Disperazione gioia mia
sarò ancora tuo sperando che non sia follia
ma sia quel che sia.
Abbracciami amore mio
abbracciami amor mio
Che adesso lo voglio anch'io.
Ancora tu, non mi sorprende lo sai;
ancora tu, ma non dovevamo vederci più?
E come stai? Domanda inutile.
Stai come me e ci scappa da ridere.
Link per ascoltare la canzone:

LUCIO BATTISTI: I GIARDINI DI MARZO (1972)

Il carretto passava e quell'uomo gridava: «Gelati».
Al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti.
Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti,
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti.
All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri:
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli,
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli
e alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli.
Che anno è? Che giorno è?
questo è il tempo di vivere con te.
Le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima,
in fondo all'anima, cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore, amor per te;
fiumi azzurri e colline e praterie,
dove corrono dolcissime le mie malinconie;
l'universo trova spazio dentro me,
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è.
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori;
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti «Tu muori:
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori».
Ma non una parola chiarì i miei pensieri,
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri.
Che anno è? Che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te.
Le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima,
in fondo all'anima, cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore, amor per te:
fiumi azzurri e colline e praterie,
dove corrono dolcissime le mie malinconie;
l'universo trova spazio dentro me,
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è.
Link per ascoltare la canzone:


LUCIO BATTISTI: PER NOME (1988)

Ha un nome molto bello
che se me lo ricordo
lo chiamo quel bel nome.
E lei starà
non in qualche foresta
ma in qualche bestiola
che colta sul fatto si volterà di scatto
mostrando i suoi tre quarti
stupefatti
e gli inzuppati come dolci nel latte bianchi degli occhi
con il tocco sopra d'amarena.
Per nome ma non tanto per davvero
starà leggendo un libro nel pensiero
e infilerà un segnale nel sospeso.
Ha un nome molto bello, molto illeso
che se me lo ricordo si apre un fico
golosamente arreso se lo dico.
E lei starà
misurando con calme sequenze di palmi
su sé quanto dista
la gola fatalista
da tutta la tastiera
del costato. Avrà accordato
il respiro con l'arco
della dorsale
e sembra l'obiettivo
del suo cruciale sbarco.
Per nome quell'alone protettivo
che la dimenticanza ha rinforzato
la punta della lingua m'ha aggredito.
Ha un nome molto bello, smemorato.
Starà guardando molto da vicino
qualcosa che da qui non l'indovino.
E lei starà.
Link per ascoltare la canzone:


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