domenica 17 agosto 2014

203 - Lingue e religioni in Europa (Geografia - L'Europa antropica)



LINGUE E RELIGIONI IN EUROPA

LE LINGUE:

Osserva la cartina:


Come vedi in Europa si parlano molte lingue diverse. Alcune si scrivono anche in maniera diversa rispetto all’alfabeto latino, che è il più diffuso in Europa.

Indicazioni in caratteri greci all’aeroporto di Atene
Indicazioni in caratteri cirillici all’aeroporto di Mosca

Gli studiosi hanno classificato la maggior parte delle lingue europee in 3 gruppi principali:
1-     il gruppo neolatino
2-     il gruppo germanico
3-     il gruppo slavo.
Le lingue del gruppo neolatino si chiamano così perché derivano dal latino, la lingua parlata dagli antichi Romani; le più usate  sono l’italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese e il rumeno.
Le lingue germaniche derivano dalle lingue parlate dagli antichi Germani, popoli che vivevano nell’Europa centro-settentrionale e che nel V secolo d.C. hanno invaso l’Impero Romano, decretandone la fine; le più importanti sono il tedesco, l’inglese, l’olandese, il danese, il norvegese, lo svedese e l’islandese.
Le lingue slave derivano dalle lingue parlate dagli Slavi, popoli vissuti nell’Europa orientale; le più diffuse sono il russo, il polacco, l’ucraino, il ceco, lo slovacco, il bulgaro, il croato, il serbo.
Le lingue neolatine, germaniche e slave hanno la stessa origine, infatti derivano dalle lingue parlate dai popoli indoeuropei che vivevano anticamente nella Russia meridionale; poi questi popoli si sono spostati in una vasta zona tra l’India e l’Europa e le lingue sono cambiate.
Sono di origine indoeuropea anche il greco (parlato in Grecia), l’albanese (parlato in Albania), le lingue baltiche (parlate in alcune regioni sul Mar Baltico) e le lingue celtiche (ogni parlate solo in Bretagna – una regione della Francia - e in alcune isole britanniche).
Non appartengono alla famiglia indoeuropea altre lingue parlate in Europa: il basco (parlato in una piccola area tra Spagna e Francia), le lingue ugro-finniche (parlate in Finlandia, Estonia e Russia), il magiaro (Ungheria), il turco e l’arabo maltese.

Segnaletica stradale bilingue, in basco e in castigliano

Ogni Nazione ha una lingua ufficiale, cioè una lingua usata in tutti i documenti e atti dello stato, usata nelle occasioni pubbliche e insegnata nelle scuole.
Nella seguente tabella sono indicate le lingue ufficiali degli Stati europei:

Paesi
Lingua ufficiale
Paesi
Lingua ufficiale
Albania
Albanese (tosco)
Macedonia
Macedone
Andorra
Catalano
Malta
Inglese / Maltese
Austria
Tedesco
Moldavia
romeno
Belgio
Fiammingo / Francese
Monaco
Francese
Bielorussia
Bielorusso / Russo
Norvegia
Norvegese
Bosnia-Erzegovina
Bosniaco / Serbo-croato
Paesi Bassi
Olandese
Bulgaria
Bulgaro
Polonia
Polacco
Croazia
Croato
Portogallo
Portoghese
Danimarca
Danese
Regno Unito
Inglese
Estonia
Estone
Repubblica Ceca
Ceco
Finlandia
Finnico / Svedese
Romania
Rumeno
Francia
Francese
Russia
Russo
Germania
Tedesco
San Marino
Italiano
Grecia
Greco
Serbia
Serbo
Irlanda
Inglese / Gaelico
Slovacchia
Slovacco
Islanda
Islandese
Slovenia
Sloveno
Italia
Italiano
Spagna
Spagnolo (castigliano)
Lettonia
Lettone
Svezia
Svedese
Liechtenstein
Tedesco
Svizzera
Tedesco / Francese / Italiano / Ladino
Lituania
Lituano
Ucraina
Ucraino
Lussemburgo
Francese
Ungheria
Ungherese

Però, ogni Nazione ha anche i propri dialetti, cioè lingue un po’ diverse, usate soprattutto oralmente e in famiglia. L’Italia è ricca di dialetti, anche molto diversi uno dall’altro: è difficile, per esempio, per un veneto comprendere un siciliano, o per un calabrese comprendere un friulano, se parlano in dialetto.
Una stessa lingua non è parlato solo dentro i confini di uno Stato: per esempio il tedesco viene parlato in Germania, in Austria, in Svizzera, in Francia, in Italia e anche in altre nazioni.
E dentro uno stesso Stato possono essere parlate anche più lingue: per esempio in Svizzera si parla il tedesco, il francese, l’italiano e il ladino.
Cartello pubblicitario bilingue (francese e fiammingo) per un Festival a Rexpoëde, un comune al confine tra Francia e Belgio
Segnaletica stradale bilingue (francese e bretone) in Bretagna

ESERCIZI:

1- Qual è la lingua ufficiale del Paese dove sei nato? ____________________________________
2- Nella zona da cui vieni si parla qualche dialetto? _____________________________________
3- Nella zona dove vivi adesso le persone parlano in dialetto? _____________________________
4- Indica (da 1 a 10) la tua conoscenza delle lingue proposte:


1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Lingua ufficiale del tuo Paese










Dialetto della zona dove vivevi










Lingua italiana










Lingua inglese










Altra lingua











LE RELIGIONI:

In Europa la religione più praticata è il Cristianesimo, che si è diffuso nelle regioni attorno al Mediterraneo nei primi secoli dopo Cristo e nell’Europa centro-settentrionale nel corso del Medioevo.
Il Cristianesimo però si è nel corso dei secoli diviso in tante chiese diverse:
- la Chiesa cattolica
- la Chiesa ortodossa
- le Chiese protestanti
- la Chiesa dei Testimoni di Geova

Osserva nella prossima cartina dove sono diffuse le varie chiese:


La basilica di San Pietro a Roma è la chiesa più importante per i Cattolici
La chiesa di Cristo Salvatore a Mosca è una chiesa ortodossa
La cattedrale di San Paolo a Londra è una chiesa anglicana, una delle Chiese protestanti
Il Tempio valdese a Torino; anche i Valdesi fanno parte delle Chiese protestanti

Oltre al Cristianesimo in Europa sono presenti anche altre religioni, in particolare l’Ebraismo e l’Islamismo.
Gli Ebrei nel passato erano molto più numerosi in Europa; dopo le persecuzioni naziste molti sono andati a vivere nello Stato di Israele o negli U.S.A. e oggi nel nostro continente sono meno di 3 milioni.

Ebrei ortodossi in una strada di Londra

La religione Islamica è diffusa soprattutto nella penisola Balcanica (in particolare in Bosnia-Erzegovina, in Albania e nella Turchia europea), perché essa fu a lungo sotto il dominio dei Turchi, che erano musulmani. Molti islamici (o musulmani) sono immigrati venuti in Europa per lavoro. Oggi in Europa sono più di 10 milioni.

Musulmani in preghiera nella moschea di Parigi

Altri immigrati venuti a vivere in Europa praticano il Buddhismo e l’Induismo, religioni con milioni di fedeli in Asia. Altri ancora, come la maggior parte dei Cinesi, sono atei.

La lingua, la religione, la storia, gli usi e i costumi (come mangiare, come vestirsi, come divertirsi, come comportarsi in famiglia, con gli altri, eccetera) sono cose molto importanti, perché uniscono le persone e le fanno diventare una Nazione, cioè un insieme di individui uniti da qualcosa che hanno tutti in comune.
I confini degli Stati, però, non tengono conto delle Nazioni, infatti ci sono Stati con popoli diversi che ci vivono dentro (per esempio in Svizzera e in Belgio), e ci sono anche popoli che vivono in Stati diversi (per esempio i Tedeschi, che vivono in Germania, in Austria, in Svizzera, in Italia e anche in altri Stati); inoltre ci sono anche popoli senza un proprio Stato, come i Baschi (che vivono tra Spagna e Francia) o i Frisoni (che vivono nei Paesi Bassi).
Questo, a volte, provoca delle tensioni tra i popoli, anche perché i governi e i politici di solito non si preoccupano di far convivere pacificamente i popoli tra di loro.

Musulmani ed ebrei nelle strade di Londra: la pacifica convivenza tra popoli diversi viene spesso rese difficile dalle scelte politiche di alcuni Stati o di alcuni partiti.


ESERCIZI:

1- Qual è la religione più praticata nel tuo Paese d’origine?
2- Nel tuo Paese d’origine ci sono fedeli di altre religioni?
3- Tu sei fedele di una delle seguenti religioni?
Cristianesimo cattolico
Cristianesimo ortodosso
Cristianesimo protestante
Ebraismo
Islamismo
Buddhismo
Induismo
Altro




mercoledì 13 agosto 2014

202 - La popolazione europea (Geografia - L'Europa antropica)



LA POPOLAZIONE EUROPEA

Il termine popolazione significa l’insieme delle persone che vivono in un luogo: un paese, una città, una regione, uno stato, un continente.
Lo studio della popolazione in un dato luogo si chiama demografia (dal greco demos = popolo e grafia = scrittura e quindi descrizione). La demografia studia
- quante persone vivono in un posto
- quante persone nascono o muoiono
- quanti sono gli emigrati (= persone che sono andate a vivere in un altro luogo) e quanti sono gli immigrati  (= le persone che sono venute a vivere in un luogo)
- qual è l’età delle persone
- il lavoro svolto dalle persone
- le caratteristiche etniche e culturali delle persone (cioè che lingua parlano, che religione hanno, che usi e tradizioni seguono, eccetera).

Gente di ogni tipo in una via di Londra

In questa lezione studiamo alcune caratteristiche della popolazione europea.

L’EVOLUZIONE DEMOGRAFICA IN EUROPA

L’evoluzione demografica significa come è cambiata la popolazione per numero. Osserva l’immagine seguente:


Il grafico ci dà alcune informazioni importanti:
-         negli ultimi 2.000 anni in Europa c’è stato quasi sempre un aumento (o incremento) della popolazione;
-         solo in due periodi c’è stato un calo (o decremento): un primo momento tra il 400 e il 600 (cioè tra la fine dell’Età Antica e l’inizio del Medioevo), quando l’Europa venne invasa dai popoli germanici che fecero crollare l’Impero romano d’Occidente; un secondo momento nel XIV secolo, quando le pestilenze (in particolare quella del 1348) provocarono milioni di morti;
-         l’aumento demografico europeo è stato molto forte a partire dal 1800, perché la vita è migliorata grazie allo sviluppo industriale e perché ci sono stati molti progressi in medicina (la mortalità infantile diminuì e malattie prima mortali vennero curate).

Anche se negli ultimi 100 anni la popolazione europea è molto aumentata, negli altri continenti la popolazione è aumentata di più. Perché? Perché oggi gli europei fanno pochi figli, perciò si dice che la crescita demografica in Europa è una “crescita zero”, cioè il numero dei bambini che nascono è uguale o inferiore a quello dei morti.
Oggi la maggior parte delle famiglie hanno 
un solo figlio o due
Oggi il numero delle persone anziane è uguale 
o superiore a quello dei bambini

LA DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE IN EUROPA

Nel 2011 in Europa vivevano poco più di 800 milioni di persone; poiché l’Europa è grande 10,5 milioni di km², significa che la densità media della popolazione è di 76 abitanti per km².
Naturalmente ci sono delle regioni più abitate e delle regioni meno abitate, o completamente disabitate. Infatti le persone scelgono, per andarci a vivere,
-         un territorio che facilita la vita (più le pianure e meno le montagne, oppure più le zone vicine al mare e meno quelle interne, lontane dal mare);

Il paesino montano di Ernen (Svizzera)
La cittadina di campagna di Castelfranco Veneto (Italia)

-         un territorio con un buon clima (più una zona dal clima mite e meno una con un clima molto caldo, o molto freddo, o con poche precipitazioni);

Alnö, nella Svezia centrale
Santorini, nell’arcipelago delle Cicladi in Grecia

-         un territorio con un alto sviluppo economico (cioè dove le risorse agricole sono abbondanti o dove le industrie offrono lavoro);


Paesaggio industrializzato della Ruhr (Germania);
le industrie attirano le persone, perché vi possono trovare lavoro
La Meseta spagnola: qui difficilmente le persone vengono per lavorare

-         un territorio che è popolato da molti secoli e quindi ha una lunga storia (se un territorio è abitato da molti secoli, vuol dire che lì si sta bene; ma alcuni territori che un tempo erano abitati, ora non lo sono più; vuol dire che qualcosa è cambiato, per esempio il clima, o le condizioni economiche).

Veduta aerea di Roma (Lazio): la sua storia millenaria ne fa ancora oggi una grande città
Luni (Liguria) è uno dei tanti casi di città prospere un tempo ed oggi ridotte a rovine storiche

Questi 4 fattori spiegano la distribuzione attuale della popolazione in Europa, che puoi osservare nell’immagine seguente:


Puoi notare che l’area più popolata è quella che va dalla Gran Bretagna all’Italia, passando per il Belgio, l’Olanda, la Francia nord-orientale, la Germania, la Polonia meridionale e la Boemia (una regione della Repubblica Ceca).
E puoi vedere anche che ci sono meno abitanti nel Nord europeo (a causa delle temperature più basse), nell’area compresa tra Mar nero e Mar Caspio (per la forte aridità) e nell’arco alpino (per la presenza proprio delle Alpi, che sono molto alte).

L’ETÀ DELLE PERSONE

La popolazione di un Paese è formata da persone di tutte le età: neonati, bambini, ragazzi, adulti, anziani oltre i 65 anni.
Si chiama classe di età l’insieme di tutte le persone che sono nate nello stesso anno solare: ad esempio tutti gli adulti (maschi e femmine) nati nel 1980 appartengono alla stessa classe di età.
Si chiama generazione l’insieme delle persone che hanno un’età compresa in un intervallo di tempo di circa 25 anni, cioè da quando si nasce a quando si è in grado di generare figli. In Europa questo intervallo è di circa 30 anni, mentre nei paesi più poveri si abbassa anche sotto i 20 anni, perché qui si generano figli a un’età inferiore.

        Neonati                                                            Giovani

Adulti                                                                             Anziani

La categoria dei giovani comprende in generale le persone dal momento della nascita al compimento dei 18 anni; comprende, cioè, i neonati, i bambini e gli adolescenti che vanno a scuola e si preparano ad entrare nel mondo degli adulti (possono cioè per legge votare, guidare l’automobile, aprire un conto personale in banca, disporre di un’eredità, sposarsi senza chiedere il permesso ai genitori, ecc.).
Nei Paesi cosiddetti occidentali (ad esempio quelli che fanno parte del’Unione Europea) il numero dei giovani è in diminuzione, perché il tasso di fecondità (cioè il numero di bambini che una donna mette al mondo) è compreso fra 1 e 2. È la cosiddetta crescita zero, di cui abbiamo già parlato; essa sarebbe ancora maggiore, se non fosse per la presenza dei cittadini immigrati dal Terzo Mondo, che hanno un tasso di fecondità superiore (in media più di 3 figli per donna).

Bambini a scuola

La categoria degli adulti è la più numerosa, perché va dai 18 ai 65 anni. Comprende, quindi, quei giovani che studiano all’università, o che entrano nel mondo del lavoro. Tutti coloro che lavorano, lo fanno fino ai 65 anni (o anche più), quando inizia l’età della pensione.
L’età adulta è quella in cui si cerca un partner, si forma una famiglia e si fanno dei figli. Nel passato ci si sposava molto giovani e all’interno della famiglia l’uomo lavorava e la donna rimaneva a casa ad accudire i figli; oggi ci si sposa ad un’età più avanzata o non ci si sposa affatto, e sia l’uomo sia la donna normalmente lavorano. Inoltre sono in aumento le convivenze, cioè i legami  tra persone – anche dello stesso sesso – che stanno insieme senza sposarsi legalmente.

Un operaio lavora in una fabbrica della FIAT in Polonia

La categoria degli anziani (le persone oltre i 65 anni) è in aumento, perché oggi si vive più a lungo: l’età media di una donna è di 84,6 anni, di un uomo 79,8 [dati 2013]. Questo è dovuto al miglioramento delle condizioni di vita: le persone hanno un maggiore e migliore accesso al cibo, hanno più cura per l’igiene personale, possono contare sui continui progressi medici, che hanno debellato alcune malattie e ridotto la mortalità.
L’aumento della popolazione anziana crea in certi casi alcuni problemi: gli anziani sono più deboli fisicamente ed hanno maggiori necessità di cure mediche; spesso hanno bisogno di assistenza quotidiana e molti figli non riescono a dargliela, perciò si rivolgono a persone estranee alla famiglia (in Italia si fa largo ricorso a immigrati provenienti dall’Est europeo o dal Sud America)  oppure a istituti privati (le case di riposo). Gli anziani, inoltre, ricevono una pensione e molti Stati non hanno i soldi per pagarla a chi ne ha diritto e vedono perciò aumentare il loro debito pubblico.

Donne anziane in una casa di riposo

La rappresentazione grafica della popolazione che vive in un luogo (di solito uno Stato) è di due tipi: una volta in Europa (ma ancor oggi nei Paesi poveri del mondo) era a forma di piramide, perché i giovani erano più numerosi degli anziani. Lo puoi vedere nel grafico seguente:


Oggi nei Paesi sviluppati, tra cui quasi tutti gli Stati europei, è a forma di botte, perché il numero dei bambini è diminuito, mentre è aumentato quello degli adulti. Lo puoi vedere nel grafico seguente:


EMIGRAZIONE E IMMIGRAZIONE IN EUROPA

L’Europa fino a pochi decenni fa era un continente di emigranti, cioè molti europei lasciavano il loro Paese e andavano a cercar lavoro e a vivere in America, in Asia o in Oceania, dove oggi vivono i loro discendenti. Per esempio tra il 1881 e il 1981 26 milioni di italiani partirono verso l’Argentina, il Brasile e gli Stati Uniti soprattutto, ma anche verso il Canada e l’Australia.

Una famiglia di emigranti a New York nel 1900

Molti europei si spostarono anche restando dentro l’Europa (si chiama migrazione interna): dai Paesi più poveri andarono in quelli più sviluppati e più ricchi, in particolare Francia, Svizzera, Regno Unito, Belgio e Germania.
In Italia, dalla fine dell’Ottocento fino agli anni ’60 del Novecento, molti italiano si spostarono dalla campagna e dalla montagna verso la città o dalle regioni meridionali verso quelle settentrionali, in particolare verso il cosiddetto triangolo industriale (Torino – Milano – Genova), dove le industrie in piena espansione richiedevano manodopera.

Emigranti dell’Italia meridionale arrivano alla Stazione di Porta Nuova a Torino negli anni ‘60

Oggi l’Europa non è quasi più terra di emigranti; al contrario è diventata terra di immigrati, cioè di persone che si trasferiscono nel nostro continente, soprattutto dall’Africa e dall’Asia. In Germania, Svizzera, Francia e Regno Unito questo fenomeno è cominciato già negli anni ’50 e ’60 del XX secolo, mentre in Paesi come l’Italia è più recente e a volte crea problemi di intolleranza o di razzismo, che provocano violenze o sfruttamento degli stranieri.
Questo ostacola la realizzazione di una società multirazziale e multiculturale, che però è un fenomeno che si sta diffondendo in tutta l’Europa.

Un barcone di migranti africani nel Mar Mediterraneo

Facce di una società multirazziale