LA SILVICOLTURA
Da miglia di anni l’uomo utilizza
il legno degli alberi per scopi diversi: per il riscaldamento, la cottura dei
cibi, l’illuminazione e i lavori artigianali. Da alcuni secoli anche per
produrre la cellulosa, che è la materia prima per fare la carta.
Monaci medievali intenti a disboscare; i frati benedettini in
particolare si distinsero per opere
di deforestazione in molte parti d’Europa
Per questo gli alberi delle
foreste europee sono stati tagliati e ce ne sono sempre meno; ce ne sono ancora
soltanto in quelle zone dove è difficile vivere o dove è difficile praticare
l’agricoltura, cioè nell’Europa settentrionale e nelle zone di montagna.
Qui molto spesso le foreste non
sono spontanee, ma artificiali: l’uomo infatti pianta gli alberi che
preferisce, tiene pulito il bosco e, quando gli alberi sono cresciuti, li
taglia. Pratica così un’attività che si chiama silvicoltura.
Foresta di conifere in Finlandia
Foresta in Svezia: gli alberi sono distanziati
uno dall’altro in modo preciso e questo fa capire
che si tratta di una foresta piantata dall’uomo
Svezia: taglio del bosco
Oggi in Europa la silvicoltura
viene praticata in modo attento alle esigenze della natura: il rinnovo delle
piante deve tenere conto del tempo giusto, il terreno non deve essere
impoverito, bisogna rispettare la biodiversità (= ci devono essere alberi di
specie diverse) e così via. La stessa cosa non avviene in altri continenti,
dove la silvicoltura viene praticata con sistemi definiti “di rapina”.
In Europa le piante più coltivate
sono il pioppo per l’industria della carta, il faggio, il frassino e il noce
per l’arredamento.
Pioppeto in Italia
Vicino alle foreste di conifere
dell’Europa settentrionale, soprattutto dove c’è un fiume, si costruiscono le
fabbriche che producono la cellulosa. Dopo il taglio i tronchi degli alberi
vengono trasportati (con camion o a volte con elicotteri) sul fiume, dove
vengono riuniti in grande zattere e fatti arrivare alle industrie per fluitazione, cioè galleggiando
nell’acqua trasportati dalla corrente. Giunti a destinazione, i tronchi vengono
racchiusi dentro grandi recinti a forma di anello.
Nella fabbrica che lavora il
legno (si chiama segheria) ai
tronchi viene tolta la corteccia e gli alberi vengono tagliati in tanti
pezzetti (chiamati chips), che
vengono trattati col vapore, finché si ottiene un impasto detto “pasta di
cellulosa”.
La pasta di cellulosa può essere
di vari tipi, a seconda del materiale legnoso usato: se ne ricavano, quindi, tipi
di carta diversi (da quella più economica, più soggetta all’invecchiamento e
all'ingiallimento, che viene usata per i giornali, i cartoni e oggetti vari di
uso quotidiano, a quella più pregiata, usata per l’imballaggio alimentare o per
le cosiddette “riviste patinate”).
Segheria in Finlandia
Grandi rotoli di carta in una tipografia finlandese
Poiché oggi si consuma molta carta e quindi si distruggono
molte foreste, i Paesi sviluppati cercano di limitare il taglio dei boschi con
il riciclaggio della carta; infatti la
cellulosa contenuta nella carta può essere riutilizzata per circa il 95% per
produrre nuova carta, con grande risparmio di legna e di energia.
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