LE ATTIVITÀ ESTRATTIVE
Le attività estrattive ricavano
dalla terra i minerali presenti in essa.
In Europa la produzione mineraria
è modesta, soprattutto considerando che il nostro continente è molto industrializzato
e quindi ha molto bisogno di materie prime.
Sono abbastanza numerose le
miniere di ferro, uno dei primi metalli che l’uomo ha imparato a lavorare oltre
3.000 anni fa. Il ferro non è raro, non costa moltissimo, può essere lavorato
facilmente, per questo viene utilizzato per ricavarne una grande varietà di
prodotti: moltissimi macchinari industriali, le automobili e in generale i
mezzi di trasporto, gli elettrodomestici e tantissimi utensili usati ogni
giorno sono in ferro o in leghe che contengono ferro (una lega è un materiale
ottenuto fondendo un metallo con altri elementi). Tra le leghe principali vi è
l’acciaio, una lega di ferro e carbonio molto resistente. In Europa si estrae
il 5% del totale mondiale di ferro; i massimi produttori europei sono la
Russia, l’Ucraina e la Svezia.
Una famiglia al lavoro in una miniera di ferro sugli Urali nel 1910
Un minerale abbastanza presente
in Europa (il 12% della produzione mondiale) è la bauxite, da cui si ricava
l’alluminio, un metallo leggero e malleabile che ha moltissimi usi, dai
trasporti all’edilizia. La bauxite si trova principalmente in Grecia, in Russia,
in Ungheria e in Francia.
Miniera di bauxite in Grecia
In Spagna, in Slovenia e in
Finlandia dal cinabro si estrae il mercurio (circa il 25% della produzione
mondiale), utilizzato – anche se meno rispetto a qualche tempo fa – in
medicina.
Altri minerali presenti in Europa
sono:
-
il rame (in Polonia, Finlandia, Portogallo e Regno Unito), utilizzato
nell’industria elettrica, elettronica e nella costruzione di macchinari;
-
il piombo (in Bulgaria, Repubblica Ceca e Svezia) molto usato per pile,
batterie, rivestimenti, tubature;
-
il cromo, usato nell’industria chimica e in quella metallurgica:
-
il cobalto, un elemento impiegato per leghe usate nei motori di aerei e
nell’industria chimica.
In alcuni Paesi europei si
trovano anche zinco, argento e manganese.
Le miniere di Rammelsberg a Goslar (Germania): chiuse nel 1988, queste
miniere
in cui si estraevano rame, argento e piombo sono ora divenute un Museo
e un sito considerato Patrimonio dell’umanità dell’Unesco
In Italia molti giacimenti
minerari un tempo produttivi sono oggi esauriti o non più sfruttati, ma è
piuttosto attiva l’estrazione dei minerali di cava, cioè sabbia, ghiaia, marmo,
granito e altri, impiegati nell’edilizia.
Cava di marmo sulle Alpi Apuane (Italia)
Importante è inoltre un’altra
attività estrattiva praticata in alcuni Paesi europei, quali l’Italia, la
Spagna e la Francia: quella del sale. Poiché l’acqua marina è salata, se la si
mette in vasche poco profonde (le saline) e la si lascia evaporare al sole, sul
fondo delle vasche rimane il sale, che viene poi raccolto e raffinato dalle
impurità, per avere il cloruro di sodio, cioè il sale da cucina.
Le saline di Aigues-Mortes (Francia)
Un discorso a parte va fatto per
i combustibili fossili impiegati
come fonti di energia, principalmente dalle industrie ma anche dai comuni
cittadini: carbone, petrolio e gas. Si tratta di materiali che si sono formati nel
sottosuolo in milioni di anni e che perciò sono detti “non rinnovabili”, in
quanto prima o poi si esauriranno e per averne ancora dovremmo aspettare…
milioni di anni!
Per esempio il carbone (il più
presente in Europa) è un combustibile nato in milioni di anni dalla
trasformazione di intere foreste che sono state sepolte dai movimenti della
crosta terrestre. Il carbone è stato usato soprattutto nel secolo XVIII, quando
si è avuta la Prima rivoluzione industriale, che utilizzava la macchina a
vapore, la quale funzionava proprio con il carbone.
Miniera di carbone in Inghilterra
Oggi il carbone è presente
soprattutto nel sottosuolo del Regno Unito, del Belgio, della Francia, della
Germania, della Slesia (la regione tra Polonia e Repubblica Ceca) e
dell’Ucraina. Però l’uso del carbone è in diminuzione, perché i giacimenti si
stanno esaurendo e anche perché l’estrazione richiede molto lavoro ed è meno
redditizia di quella del petrolio.
Macchine per l’estrazione del carbone in una miniera in Germania
Il petrolio è molto usato in
Europa, però nel nostro continente non ci sono molte riserve di questo
combustibile, perciò, per far fronte alle nostre necessità, siamo costretti a
importarlo dai Paesi produttori più vicini, ossia l’Africa del Nord e l’Asia
occidentale. Gli unici giacimenti europei di una certa consistenza si trovano
sul Mar Caspio e nel Mare del Nord, dove “l’oro nero” (come viene chiamato
questo combustibile) viene estratto mediante delle piattaforme galleggianti
nell’oceano.
Una piattaforma oceanica nel Mare del Nord
Per estrarre il petrolio da sotto
terra si usano potenti macchine trivellatrici, che sono in grado di perforare
il terreno e scavare un pozzo, attraverso il quale una pompa fa uscire il
petrolio.
Appena estratto è ancora petrolio greggio (cioè non lavorato) e
necessita di essere raffinato: con la raffinazione vengono eliminate le
sostanze che impediscono l’utilizzo del petrolio come combustibile. Questa
operazione si fa o direttamente sul posto, oppure sul luogo di destinazione del
greggio: in questo caso il petrolio viene “trasportato” mediante dei grossi
tubi, chiamati oleodotti.
Una raffineria di petrolio in Germania, da cui partono i tubi di un
oleodotto
Un’altra fonte di energia
importante per l’Europa, dato che si trova in diversi Stati del continente, è rappresentata
dai gas naturali, tra cui soprattutto il metano. Per il trasporto del gas sono
state costruite grandi condutture, chiamate gasdotti, che possono essere collocate sopra o sotto la terra
oppure sotto il mare. Il maggior produttore europeo di metano è la Russia (che
ne possiede giacimenti soprattutto nella sua parte asiatica); anche l’Italia ha
giacimenti di metano, principalmente nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio.
Gasdotto in Slovacchia
Il metano è poco inquinante e per
questo viene preferito (per il riscaldamento e l’alimentazione dei fornelli da
cucina) per essere impiegato nelle industrie e nelle case; carbone e petrolio,
invece, creano molti problemi all’uomo e all’ambiente.
Nelle miniere di carbone è alto
il rischio di incidenti, spesso mortali, soprattutto nelle miniere sotterranee
(ricorda che esistono anche miniere in superficie, dette perciò “a cielo
aperto”). Inoltre il lavoro nelle miniere di carbone provoca l’antracosi, una
malattia incurabile dovuta all’inalazione (= introduzione nei polmoni
attraverso le vie respiratorie) di polvere di carbone. Infine la combustione
del carbone è fortemente inquinante, perché libera nell’aria sostanze dannose,
che alterano il clima, avvelenano le acque, erodono gli edifici e si depositano
nei polmoni, favorendo l’insorgere di malattie come il cancro.
Minatore in una miniera di carbone in Spagna
Anche l’uso del petrolio ha
conseguenze negative sull’ambiente: per esempio durante l’estrazione dai
giacimenti sottomarini e durante il trasporto mediante le navi petroliere o gli
oleodotti si possono verificare incidenti, con perdite di materiale dagli
effetti distruttivi.
Inquinamento da fuoriuscita di petrolio da un oleodotto in Russia
(testimonianza fotografica di Greenpeace)
Inoltre la combustione del
carbone e del petrolio (e dei loro derivati, come la benzina usata dalle
automobili) e la stessa raffinazione del petrolio sono responsabili della
presenza nell’atmosfera di numerosi elementi inquinanti.
Per questo nei Paesi più
sviluppati si ricorre (o si cerca di ricorrere) a fonti di energia alternative;
ma di questo parleremo in una prossima lezione.
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