giovedì 27 novembre 2014

208 - La silvicoltura



LA SILVICOLTURA

Da miglia di anni l’uomo utilizza il legno degli alberi per scopi diversi: per il riscaldamento, la cottura dei cibi, l’illuminazione e i lavori artigianali. Da alcuni secoli anche per produrre la cellulosa, che è la materia prima per fare la carta.
 
Monaci medievali intenti a disboscare; i frati benedettini in particolare si distinsero per opere
 di deforestazione in molte parti d’Europa

Per questo gli alberi delle foreste europee sono stati tagliati e ce ne sono sempre meno; ce ne sono ancora soltanto in quelle zone dove è difficile vivere o dove è difficile praticare l’agricoltura, cioè nell’Europa settentrionale e nelle zone di montagna.
Qui molto spesso le foreste non sono spontanee, ma artificiali: l’uomo infatti pianta gli alberi che preferisce, tiene pulito il bosco e, quando gli alberi sono cresciuti, li taglia. Pratica così un’attività che si chiama silvicoltura.

Foresta di conifere in Finlandia

Foresta in Svezia: gli alberi sono distanziati uno dall’altro in modo preciso e questo fa capire
che si tratta di una foresta piantata dall’uomo

Svezia: taglio del bosco

Oggi in Europa la silvicoltura viene praticata in modo attento alle esigenze della natura: il rinnovo delle piante deve tenere conto del tempo giusto, il terreno non deve essere impoverito, bisogna rispettare la biodiversità (= ci devono essere alberi di specie diverse) e così via. La stessa cosa non avviene in altri continenti, dove la silvicoltura viene praticata con sistemi definiti “di rapina”.
In Europa le piante più coltivate sono il pioppo per l’industria della carta, il faggio, il frassino e il noce per l’arredamento.

Pioppeto in Italia

Vicino alle foreste di conifere dell’Europa settentrionale, soprattutto dove c’è un fiume, si costruiscono le fabbriche che producono la cellulosa. Dopo il taglio i tronchi degli alberi vengono trasportati (con camion o a volte con elicotteri) sul fiume, dove vengono riuniti in grande zattere e fatti arrivare alle industrie per fluitazione, cioè galleggiando nell’acqua trasportati dalla corrente. Giunti a destinazione, i tronchi vengono racchiusi dentro grandi recinti a forma di anello.

Tre immagini di fluitazione

Nella fabbrica che lavora il legno (si chiama segheria) ai tronchi viene tolta la corteccia e gli alberi vengono tagliati in tanti pezzetti (chiamati chips), che vengono trattati col vapore, finché si ottiene un impasto detto “pasta di cellulosa”.
La pasta di cellulosa può essere di vari tipi, a seconda del materiale legnoso usato: se ne ricavano, quindi, tipi di carta diversi (da quella più economica, più soggetta all’invecchiamento e all'ingiallimento, che viene usata per i giornali, i cartoni e oggetti vari di uso quotidiano, a quella più pregiata, usata per l’imballaggio alimentare o per le cosiddette “riviste patinate”).

Segheria in Finlandia

Grandi rotoli di carta in una tipografia finlandese

Poiché oggi si consuma molta carta e quindi si distruggono molte foreste, i Paesi sviluppati cercano di limitare il taglio dei boschi con il riciclaggio della carta;  infatti la cellulosa contenuta nella carta può essere riutilizzata per circa il 95% per produrre nuova carta, con grande risparmio di legna e di energia.

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