giovedì 27 novembre 2014

209 - Le attività estrattive



LE ATTIVITÀ ESTRATTIVE

Le attività estrattive ricavano dalla terra i minerali presenti in essa.
In Europa la produzione mineraria è modesta, soprattutto considerando che il nostro continente è molto industrializzato e quindi ha molto bisogno di materie prime.
Sono abbastanza numerose le miniere di ferro, uno dei primi metalli che l’uomo ha imparato a lavorare oltre 3.000 anni fa. Il ferro non è raro, non costa moltissimo, può essere lavorato facilmente, per questo viene utilizzato per ricavarne una grande varietà di prodotti: moltissimi macchinari industriali, le automobili e in generale i mezzi di trasporto, gli elettrodomestici e tantissimi utensili usati ogni giorno sono in ferro o in leghe che contengono ferro (una lega è un materiale ottenuto fondendo un metallo con altri elementi). Tra le leghe principali vi è l’acciaio, una lega di ferro e carbonio molto resistente. In Europa si estrae il 5% del totale mondiale di ferro; i massimi produttori europei sono la Russia, l’Ucraina e la Svezia.

Una famiglia al lavoro in una miniera di ferro sugli Urali nel 1910

Un minerale abbastanza presente in Europa (il 12% della produzione mondiale) è la bauxite, da cui si ricava l’alluminio, un metallo leggero e malleabile che ha moltissimi usi, dai trasporti all’edilizia. La bauxite si trova principalmente in Grecia, in Russia, in Ungheria e in Francia.

Miniera di bauxite in Grecia

In Spagna, in Slovenia e in Finlandia dal cinabro si estrae il mercurio (circa il 25% della produzione mondiale), utilizzato – anche se meno rispetto a qualche tempo fa – in medicina.

Altri minerali presenti in Europa sono:
-          il rame (in Polonia, Finlandia, Portogallo e Regno Unito), utilizzato nell’industria elettrica, elettronica e nella costruzione di macchinari;
-          il piombo (in Bulgaria, Repubblica Ceca e Svezia) molto usato per pile, batterie, rivestimenti, tubature;
-          il cromo, usato nell’industria chimica e in quella metallurgica:
-          il cobalto, un elemento impiegato per leghe usate nei motori di aerei e nell’industria chimica.
In alcuni Paesi europei si trovano anche zinco, argento e manganese.

Le miniere di Rammelsberg a Goslar (Germania): chiuse nel 1988, queste miniere
in cui si estraevano rame, argento e piombo sono ora divenute un Museo e un sito considerato Patrimonio dell’umanità dell’Unesco

In Italia molti giacimenti minerari un tempo produttivi sono oggi esauriti o non più sfruttati, ma è piuttosto attiva l’estrazione dei minerali di cava, cioè sabbia, ghiaia, marmo, granito e altri, impiegati nell’edilizia.

Cava di marmo sulle Alpi Apuane (Italia)

Importante è inoltre un’altra attività estrattiva praticata in alcuni Paesi europei, quali l’Italia, la Spagna e la Francia: quella del sale. Poiché l’acqua marina è salata, se la si mette in vasche poco profonde (le saline) e la si lascia evaporare al sole, sul fondo delle vasche rimane il sale, che viene poi raccolto e raffinato dalle impurità, per avere il cloruro di sodio, cioè il sale da cucina.
 
Le saline di Aigues-Mortes (Francia)

Un discorso a parte va fatto per i combustibili fossili impiegati come fonti di energia, principalmente dalle industrie ma anche dai comuni cittadini: carbone, petrolio e gas. Si tratta di materiali che si sono formati nel sottosuolo in milioni di anni e che perciò sono detti “non rinnovabili”, in quanto prima o poi si esauriranno e per averne ancora dovremmo aspettare… milioni di anni!
Per esempio il carbone (il più presente in Europa) è un combustibile nato in milioni di anni dalla trasformazione di intere foreste che sono state sepolte dai movimenti della crosta terrestre. Il carbone è stato usato soprattutto nel secolo XVIII, quando si è avuta la Prima rivoluzione industriale, che utilizzava la macchina a vapore, la quale funzionava proprio con il carbone.

Miniera di carbone in Inghilterra

Oggi il carbone è presente soprattutto nel sottosuolo del Regno Unito, del Belgio, della Francia, della Germania, della Slesia (la regione tra Polonia e Repubblica Ceca) e dell’Ucraina. Però l’uso del carbone è in diminuzione, perché i giacimenti si stanno esaurendo e anche perché l’estrazione richiede molto lavoro ed è meno redditizia di quella del petrolio.

Macchine per l’estrazione del carbone in una miniera in Germania

Il petrolio è molto usato in Europa, però nel nostro continente non ci sono molte riserve di questo combustibile, perciò, per far fronte alle nostre necessità, siamo costretti a importarlo dai Paesi produttori più vicini, ossia l’Africa del Nord e l’Asia occidentale. Gli unici giacimenti europei di una certa consistenza si trovano sul Mar Caspio e nel Mare del Nord, dove “l’oro nero” (come viene chiamato questo combustibile) viene estratto mediante delle piattaforme galleggianti nell’oceano.

Una piattaforma oceanica nel Mare del Nord

Per estrarre il petrolio da sotto terra si usano potenti macchine trivellatrici, che sono in grado di perforare il terreno e scavare un pozzo, attraverso il quale una pompa fa uscire il petrolio.
Appena estratto è ancora petrolio greggio (cioè non lavorato) e necessita di essere raffinato: con la raffinazione vengono eliminate le sostanze che impediscono l’utilizzo del petrolio come combustibile. Questa operazione si fa o direttamente sul posto, oppure sul luogo di destinazione del greggio: in questo caso il petrolio viene “trasportato” mediante dei grossi tubi, chiamati oleodotti.

Una raffineria di petrolio in Germania, da cui partono i tubi di un oleodotto

Un’altra fonte di energia importante per l’Europa, dato che si trova in diversi Stati del continente, è rappresentata dai gas naturali, tra cui soprattutto il metano. Per il trasporto del gas sono state costruite grandi condutture, chiamate gasdotti, che possono essere collocate sopra o sotto la terra oppure sotto il mare. Il maggior produttore europeo di metano è la Russia (che ne possiede giacimenti soprattutto nella sua parte asiatica); anche l’Italia ha giacimenti di metano, principalmente nel Mar Adriatico e nel Mar Ionio.

Gasdotto in Slovacchia

Il metano è poco inquinante e per questo viene preferito (per il riscaldamento e l’alimentazione dei fornelli da cucina) per essere impiegato nelle industrie e nelle case; carbone e petrolio, invece, creano molti problemi all’uomo e all’ambiente.
Nelle miniere di carbone è alto il rischio di incidenti, spesso mortali, soprattutto nelle miniere sotterranee (ricorda che esistono anche miniere in superficie, dette perciò “a cielo aperto”). Inoltre il lavoro nelle miniere di carbone provoca l’antracosi, una malattia incurabile dovuta all’inalazione (= introduzione nei polmoni attraverso le vie respiratorie) di polvere di carbone. Infine la combustione del carbone è fortemente inquinante, perché libera nell’aria sostanze dannose, che alterano il clima, avvelenano le acque, erodono gli edifici e si depositano nei polmoni, favorendo l’insorgere di malattie come il cancro.

Minatore in una miniera di carbone in Spagna

Anche l’uso del petrolio ha conseguenze negative sull’ambiente: per esempio durante l’estrazione dai giacimenti sottomarini e durante il trasporto mediante le navi petroliere o gli oleodotti si possono verificare incidenti, con perdite di materiale dagli effetti distruttivi.

Inquinamento da fuoriuscita di petrolio da un oleodotto in Russia
(testimonianza fotografica di Greenpeace)

Inoltre la combustione del carbone e del petrolio (e dei loro derivati, come la benzina usata dalle automobili) e la stessa raffinazione del petrolio sono responsabili della presenza nell’atmosfera di numerosi elementi inquinanti.
Per questo nei Paesi più sviluppati si ricorre (o si cerca di ricorrere) a fonti di energia alternative; ma di questo parleremo in una prossima lezione.

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