Tralascio volutamente
in questa lezione dedicata all’arte tutto ciò che ha a che fare con espressioni
artistiche quali la fotografia, il cinema, il fumetto, eccetera, per occuparmi
solo delle arti figurative “tradizionali”.
Le arti figurative comprendono la pittura, la scultura e
l’architettura.
Una pittura
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Una scultura
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Un’architettura
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Leonardo da Vinci,
Dama con l’ermellino |
Donatello,
Monumento equestre al Gattamelata |
Michelangelo Buonarroti,
Palazzo Farnese |
LA PITTURA
I SEGNI GRAFICI
1° esempio
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2° esempio
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Il punto
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Paul Signac, L’albero di pino di Saint-Tropez
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La linea
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Egon Schiele, Autoritratto in camicia chiara
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LA CAMPITURA
La campitura è il riempimento di
una superficie (per esempio un foglio da disegno) con segni grafici, colore o
altro.
1° esempio
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2° esempio
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Giacomo Balla, Equilibrio
spaziale
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Pablo Picasso, Autoritratto
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IL COLORE
Esistono 3 colori primari:
Mescolando 2 colori primari,
otteniamo 3 colori secondati:
Tutti gli altri colori si ottengono
da varie combinazioni di colori primari e secondari.
Il bianco e il nero sono colori
primari, però vengono detti acromatici (cioè privi di colore), perché il bianco
è la somma di tutti i colori, il nero è la mancanza di tutti i colori.
LA LUCE
Dove c’è luce, c’è anche ombra.
Luce e ombra permettono di percepire più facilmente il volume degli oggetti e delle persone, per questo in pittura c’è una
grande attenzione a questi elementi della realtà. Il contrasto tra luce e ombra
si chiama effetto di chiaroscuro (o
più semplicemente chiaroscuro).
Lo sfumato (o sfumatura) è
il passaggio graduale, morbido, tra zone illuminate e zone in ombra.
1° esempio:
George de la Tour, Maddalena penitente
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2° esempio:
Claude Monet, due Studi sulla cattedrale di Rouen
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LO SPAZIO
Un oggetto vicino appare più
grande rispetto allo stesso oggetto lontano; infatti, gli oggetti hanno una
dimensione proporzionata alla distanza.
Se in un dipinto gli oggetti
hanno dimensioni proporzionate alla loro distanza, si crea l’effetto di
profondità. L’effetto di profondità si ottiene non solo mediante le dimensioni
degli oggetti, ma anche con il colore, o con effetti di disegno (se è lontano,
l’oggetto può essere rappresentato in modo indefinito, poco chiaro).
Per rappresentare la profondità
di uno spazio tridimensionale su una superficie bidimensionale si usa la
prospettiva (o effetto prospettico).
La prospettiva si ottiene
individuando delle linee che nella realtà sono parallele, ma ai nostri occhi
sembrano convergere (= andare) verso uno o più punti, detti punti di fuga.
La prospettiva è stata studiata
scientificamente e usata in pittura solo dal Quattrocento (= secolo XV).
1° esempio:
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2° esempio:
Leonardo da Vinci, Studio prospettico per l’Adorazione dei
Magi (particolare)
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RITMO E MOVIMENTO
Ritmo e movimento si incontrano
anche in pittura.
Il ritmo è dato dal ripetersi di
elementi visivi (linee, forme, colori, volumi) secondo una logica precisa.
Esempio:
Werner Berg, Thomasnacht
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Il movimento veniva rappresentato
già nell’antichità, fissando un’azione nel suo momento culminante. Dall’inizio
del 1900 due correnti pittoriche come il Futurismo e il Cubismo hanno dedicato
molti studi a come rappresentare il movimento, grazie soprattutto alla
fotografia.
1° esempio:
Affresco dalla Tomba del
tuffatore di Paestum
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2° esempio:
Marcel Duchamp, Nudo che scende le scale
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LA COMPOSIZIONE
La parola composizione indica la
scelta e l’uso degli elementi del linguaggio visivo per fare un dipinto,
ottenendo un certo risultato estetico.
In ogni composizione si riconosce
uno schema geometrico, che è dato dalle linee compositive, cioè da quelle linee
che si vedono o si intuiscono in base alla forma e alla disposizione degli
elementi nel dipinto.
Osserva il dipinto a sinistra
(Piero della Francesca, Madonna con Bambino,
santi, angeli e il duca Federico da Montefeltro) e confrontalo con lo
schema geometrico a destra:
A volte Le linee compositive non
sono una figura geometrica elementare o simmetrica, ma più complesse, e
vogliono esprimere un ritmo, un movimento in una o più direzioni.
Osserva l’esempio seguente (Henri
Matisse, Danza):
L’INQUADRATURA
Il pittore sceglie
l’inquadratura, il punto di vista da cui vede ciò che dipinge.
Nella maggior parte dei dipinti
l’inquadratura è la più ovvia, la più semplice, ma a volte il pittore può usare
un’inquadratura insolita, inusuale.
Osserva i due esempi:
Vincent Van Gogh, Chiesa di Auvers.
Il pittore ha scelto
un’inquadratura tradizionale, come quella che sceglierebbe un turista che
volesse fotografare la chiesa
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Edgar Degas, A teatro.
Il pittore vede la scena con
gli occhi di uno spettatore seduto di fianco a una signora con il ventaglio
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L’inquadratura scelta dal pittore
mette in evidenza l’uno o l’altro dei diversi piani dell’immagine: il primo
piano, i piani intermedi, lo sfondo.
Nel Medioevo la persona più
importante veniva dipinta più grande rispetto alle altre, anche se non era in
primo piano. Invece dal Rinascimento in poi l’importanza di un elemento viene
sottolineata in altri modi: con la luce, le linee, con scelte particolari della
composizione.
Giotto, Madonna in trono e Angeli.
La Madonna e il Bambino, anche
se più indietro rispetto agli Angeli in primo piano o ai lati, sono più
grandi degli altri personaggi, perché sono loro il soggetto del dipinto
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Caravaggio, Sepoltura di Cristo.
Qui le proporzioni sono
rispettate, però si capisce lo stesso che il soggetto principale è Cristo,
perché la luce lo colpisce in maniera diretta e i gesti delle figure
tracciano linee che convergono su di lui
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LA SCULTURA
Scultura è un’opera che è dotata
di un proprio volume e delle 3 dimensioni dello spazio: lunghezza, larghezza,
profondità. Una scultura è un’opera che va vista, perciò, girandole attorno,
anche perché la luce crea su di essa diversi effetti.
Anche il materiale con cui è
fatta (pietra, marmo, bronzo, legno, argilla, gesso) assume a contatto con la
luce aspetti molto diversi fra loro.
Una rappresentazione fotografica
di una scultura è sempre molto limitata.
Osserva la stessa scultura
(Antonio Canova, Le tre Grazie) da due punti di vista diversi:
L’ARCHITETTURA
L’architettura è l’arte che
immagina, progetta e costruisce edifici, cioè spazi delimitati da un involucro
esterno e con una struttura, una superficie e dei volumi concepiti con una
finalità estetica (l’opera deve risultare bella), ma anche pratica (l’opera
delle essere utilizzata): un’opera architettonica, infatti, non è fatta solo
per essere ammirata, ma anche e soprattutto per essere vissuta. Il nostro corpo
usa gli spazi dell’opera e noi percepiamo quegli spazi in maniera sempre
diversa, perché ci spostiamo all’interno dell’opera: un edificio pubblico, una
chiesa, un cortile, un colonnato, una scala, un aeroporto, una casa, eccetera.
1° esempio esterno:
La chiesa di San Nicolò a
Treviso
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2° esempio esterno:
La torre Debis di Renzo Piano a
Berlino
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1° esempio interno:
La basilica di San Marco a
Venezia
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2° esempio interno:
Il Centre Pompidou, un centro
culturale e d’arte di Parigi
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