lunedì 17 agosto 2015

219 - L'origine dell'universo e la formazione della Terra



Incomincia con questo post una serie di lezioni dedicate alla storia, secondo l’ordine cronologico seguito nella scuola italiana. Le ho immaginate per un pubblico di alunni stranieri cosiddetti N.A.I. (= Nuovi Arrivati in Italia), ma che, a cominciare dalla prima lezione, progressivamente apprendono sempre più la nostra lingua. Anche se al termine di ogni lezione ci sarà un glossario di base, in cui i vari termini vengono spiegati con un’immagine o una semplice frase, è indispensabile la presenza di un insegnante, perché alcuni termini o concetti non sono di facile comprensione.

L'ORIGINE DELL'UNIVERSO E LA FORMAZIONE DELLA TERRA

Secondo gli scienziati l’Universo (galassie, stelle, pianeti, ecc.) si è formato 15-20 miliardi di anni fa, con una grande esplosione, chiamata Big Bang.
 
Forse il Big Bang è avvenuto così

Il Sole e i suoi pianeti (tra cui la Terra) si sono formati più di 4 miliardi e mezzo di anni fa. In origine la Terra era una massa di gas e polvere incandescente, poi, nel corso di milioni di anni – cioè molto lentamente – è diventata fredda e solida.

La Terra quand’era una massa di gas e polveri incandescenti

Sulla superficie della terra c’erano tanti vulcani; dai vulcani usciva vapore acqueo e si sono formate le nuvole e la pioggia. La pioggia ha formato i mari e gli oceani.

Un vulcano odierno con il vapore acqueo che esce dal cratere

Più di 3 miliardi e mezzo di anni fa nell'acqua degli oceani sono nati i primi organismi viventi, molto semplici: nel corso di milioni di anni, si sono trasformati in organismi più complessi: sono nate le prime piante sottomarine in grado di respirare e poi i primi animali, che si nutrivano delle piante.
Circa 600 milioni di anni comparvero le meduse, i molluschi, i crostacei, i pesci.
Circa 450 milioni di anni fa, alcuni animali marini e poi alcune piante cominciarono ad uscire dall'acqua, infatti l’atmosfera terrestre era ormai ricca di ossigeno (prodotto dalle piante sottomarine) indispensabile per respirare.

Disegno ipotetico (= di fantasia) di un animale primitivo che esce dall'acqua per vivere sulla terraferma

Gli animali e le piante che vivevano sulla terra subirono una lenta ma continua trasformazione, chiamata evoluzione (esiste ancora oggi), che serviva per vivere meglio sul nostro pianeta: ci fu la nascita di nuove specie viventi e la scomparsa (o estinzione) di altre. Per esempio circa 66 milioni di anni fa, ci fu l'estinzione dei dinosauri, causata forse da un grande asteroide precipitato sulla Terra.

Dinosauri in un disegno di fantasia
 
GLOSSARIO DI BASE:
Nella colonna di sinistra i termini al singolare e tra parentesi al plurale, in ordine alfabetico; nella colonna di destra il significato dei termini, in immagine, o parole, o entrambe. Nelle prime lezioni in particolare il glossario riguarderà quasi tutte le parole, non solo i termini storici.

Acqueo (acquei)
Fatto di acqua
Animale (animali)
Essere vivente che può muoversi dove vuole
Asteroide (asteroidi)
Piccolo pianeta di roccia che si trova nello spazio
Crostaceo (crostacei)
Animale che vive nell’acqua del mare
Esplosione (esplosioni)
Galassia (galassie)
Un grande insieme di stelle, pianeti, eccetera
Gas (gas)
Sostanza aerea, trasparente
Incandescente (incandescenti)
Che brucia
Mare (mari)
Medusa (meduse)
Mollusco (molluschi)
Nuvola (nuvole)
Oceano (oceani)
Grandissimo mare
Ossigeno
Elemento che c’è nell’aria e che serve per respirare
Pesce (pesci)
Animali che vivono nell’acqua
Pianeta (pianeti)
Corpo nello spazio (come la Terra) che gira attorno a una stella (come il Sole)
Pianta (piante)
Essere vivente fisso nel terreno e che non può muoversi
Pioggia (piogge)
Polvere (polveri)
Terra in piccole particelle
Scienziato (scienziati)
Persona che studia le scienze
Sole
La stella che illumina la Terra
Stella (stelle)
Vapore (vapori)




218 - Come studiare uno Stato



COME STUDIARE UNO STATO

A parte ogni considerazione sull’utilità o meno di far studiare uno Stato (europeo o extraeuropeo) a dei ragazzi di scuola media, se l’attività viene proposta agli alunni italiani, va proposta anche agli alunni stranieri. Magari servendosi di uno schema (un metodo) come quello che qui propongo, che va adattato al livello di conoscenza della lingua italiana degli allievi.

GEOGRAFIA FISICA
1- La posizione dello Stato (a Nord, a Sud, a Est, a Ovest rispetto al continente di appartenenza o al mondo), i suoi confini, la sua cartina geografica;
2- La superficie (è sufficiente un dato approssimativo);
3- Il rilievo: monti, colline, pianure (va indicato il tipo di rilievo predominante);
4- L’idrografia: fiumi, laghi e mari;
5- Il clima: temperature e precipitazioni, con l’indicazione se sono variabili stagionalmente o se sono costanti per tutto l’anno; i venti solo se sono fondamentali (come per esempio con i monsoni);
6- La flora e la fauna presenti negli ambienti naturali rimasti intatti, non modificati dall’uomo.
GEOGRAFIA UMANA
1- La popolazione: numero degli abitanti (un numero approssimativo è sufficiente), densità media, caratteristiche etniche (lingua, religione, tradizioni, ecc…);
2- L’economia, distinta nei 3 settori e nei diversi sottosettori, con l’indicazione delle caratteristiche principali;
3- La capitale, con alcune semplici informazioni (per esempio i monumenti principali);
4- Le altre città (il nome e qualche semplice informazione, se si tratta di città importanti);
5- La politica: tipo di istituzione (repubblica o monarchia) e di governo (democratico o dittatoriale);
6- Qualche curiosità (la bandiera, la moneta, la gastronomia, eccetera, lasciando ampia libertà di scelta al ragazzo).

Uno schema come questo può essere usato per una ricerca su materiale cartaceo o al computer; credo che possa essere molto significativo l’inserimento di immagini (scaricate da Internet), infatti il lavoro di ricerca permette un apprendimento lessicale non indifferente.

Esempio di ricerca (di ottimo livello, secondo me) su uno Stato, sulla base dello schema proposto:

LA FINLANDIA

GEOGRAFIA FISICA
La Finlandia si trova nell’Europa settentrionale: la regione più a Nord  fa parte della Penisola Scandinava, il resto è la parte più occidentale della grande pianura russa. Confina a ovest con la Svezia, a nord con la Norvegia e a est con la Russia; è bagnata a sud-ovest dal Mar Baltico (che a sud prende il nome di Golfo di Finlandia, a ovest di Golfo di Botnia), dove si trova l’arcipelago di Åland, con molte isole.



La Finlandia ha una superficie di circa 330.000 km², cioè un po’ di più dell’Italia.
La Finlandia è quasi tutta pianeggiante, poiché i monti sono stati erosi dalle glaciazioni; solo a Nord ci sono alcuni sistemi collinari e le ultime montagne delle Alpi Scandinave. Il rilievo più alto è il Monte Halti (1.300 metri circa), che si trova sul confine con la Norvegia.

La pianura finlandese

I fiumi della Finlandia sono molti, ma in genere corti (il più lungo è il Kemijoki, di 550 km); moltissimi sono i laghi, soprattutto nella zona di sud-est, la cosiddetta regione dei laghi. I laghi della Finlandia sono tutti di origine glaciale (cioè sono stati formati dai ghiacciai), per questo hanno una forma allungata e sono poco profondi; i principali sono il Saimaa e il Lago Inari.

Il lago Saimaa

Poiché la Finlandia si trova molto a Nord, ha un clima con temperature fredde in inverno e fresche in estate (tra i 15 e i 20 gradi centigradi); lungo le coste fa meno freddo, perché c’è il Mar Baltico. Non piove molto (di solito alla fine dell’estate) e non nevica tante volte, ma la neve, quando cade, resiste molti mesi prima di sciogliersi, perché fa molto freddo.

Un bosco di conifere innevate

La flora è formata da boschi di conifere e da boschi di latifoglie; in certe zone si trova la tundra. La fauna selvatica comprende cervi, lupi, orsi, animali da pelliccia (ermellini, visoni, volpi, castori) e numerose specie di uccelli e di pesci. L’animale tipico della Lapponia (la regione più a nord) è la renna, che viene allevata.

Due renne
GEOGRAFIA UMANA
La Finlandia ha una popolazione di poco più di 5 milioni di abitanti, con una densità media molto bassa (15 abitanti per km²), maggiore a sud dove il clima è più favorevole. La grande maggioranza della popolazione appartiene al gruppo etnico dei Finni: parla il finlandese ed è di religione cristiana protestante. Le minoranze più importanti sono quella svedese e quella dei Lapponi (o Sami), che vive nelle regioni settentrionali.

Un allevatore di renne di etnia Sami

Poiché fa freddo per molti mesi all’anno, in Finlandia l’agricoltura non è molto praticata (si coltivano soprattutto orzo, barbabietole da zucchero, avena e patate). Importanti sono l’allevamento delle renne e degli animali da pelliccia e la pesca, ma la risorsa principale del paese è costituita dallo sfruttamento delle foreste; il legno degli alberi viene lavorato nelle fabbriche, che producono mobili, carta, cellulosa, eccetera. In tempi recenti si sono sviluppati il settore dell’elettronica e quello delle telecomunicazioni: la multinazionale Nokia è finlandese. Il commercio estero è molto sviluppato, soprattutto per quanto riguarda l’esportazione dei prodotti dell’industria del legno.

Un’industria per la produzione di carta

Capitale della Finlandia è Helsinki, che assieme ad altre città (Espoo, Vantaa e altri centri minori) forma una metropoli di circa un milione di abitanti, un quinto dell’intera popolazione finlandese. Helsinki è il principale polo commerciale del Paese ed è la città dove si trovano gli edifici della politica e della cultura (musei, università, laboratori scientifici, eccetera).

La cattedrale luterana di Helsinki

Le altre città della Finlandia sono tutte di medie dimensioni; le principali sono Tampere e Turku, considerata il centro più antico del paese.

Una veduta della città di Turku

La Finlandia è una repubblica parlamentare di tipo democratico; ogni 4 anni ci sono le elezioni per il rinnovo del Parlamento.

Il palazzo sede del Parlamento finlandese a Helsinki

La Finlandia è conosciuta nel mondo per alcuni personaggi e alcune caratteristiche, quali
- il compositore Jean Sibelius, considerato un eroe nazionale
- molti gruppi di una particolare forma di hard rock
- il regista cinematografico Aki Kaurismaki
- l’orienteering (che è una disciplina sportiva nata nella vicina Svezia, ma molto praticata in Finlandia)
- la sauna secca, o finlandese.

Uomini in una sauna finlandese


sabato 8 agosto 2015

217 - Le fonti di energia



LE FONTI DI ENERGIA

Per millenni l’uomo ha avuto a disposizione per la sua vita solo la sua energia muscolare o quella degli animali e l’energia naturale che poteva ricavare dalla legna da ardere, o dall’acqua e dal vento: con queste fonti di energia ha fatto funzionare macchine come i mulini.

Vecchio mulino ad acqua nel nord della Francia

Con la rivoluzione industriale ha avuto bisogno di grandi quantità di energia, che ha prodotto prima utilizzando il carbone, poi il petrolio e i minerali radioattivi. Nel XIX secolo ha scoperto l’energia elettrica e il consumo di energia è aumentato ancora di più.
L’energia elettrica oggi viene prodotta in quattro principali tipi di centrali:
1-      le centrali idroelettriche, che sfruttano la caduta delle acque dei fiumi o dei laghi
2-      le centrali termoelettriche, che producono elettricità bruciando carbone, gas o petrolio
3-      le centrali geotermiche, che sfruttano il calore proveniente dal sottosuolo, attraverso fenomeni naturali di tipo vulcanico, come i soffioni boraciferi o i geyser, ampiamente utilizzati in uno Stato che ne è ricco come l’Islanda

La centrale geotermica Reykjanes in Islanda

4-      le centrali termonucleari, che utilizzano come combustibile alcuni minerali radioattivi, tra cui l’uranio.
Che cos’è l’energia nucleare?
L’energia nucleare è un’energia che si ottiene bombardando con particelle il nucleo dell’atomo (questo processo si chiama fissione); essa fu utilizzata per la prima volta a scopi militari durante la Seconda guerra mondiale, quando gli U.S.A. sganciarono una bomba atomica sulla città di Hiroshima il 6 agosto 1945. Dopo la guerra la fissione dell’atomo cominciò ad essere utilizzata anche a scopi pacifici per la produzione di energia elettrica; vennero create centrali nucleari in tutti i Paesi industrializzati, Italia compresa.

La centrale nucleare di Doel (Belgio) costruita attorno agli anni Settanta del XX secolo

Per produrre energia elettrica mediante una centrale termonucleare è necessario utilizzare l’uranio, un elemento che emette una particolare specie di raggi ed è perciò detto radioattivo. Dell’uranio viene utilizzata solo una minima parte (circa l’1%), cioè l’isotopo 235. Da anni si sta studiando il metodo di utilizzare interamente l’uranio, o la possibilità di creare energia nucleare non attraverso la fissione, bensì attraverso la fusione, cioè la formazione di un unico nucleo dall’unione di più nuclei; però finora si sono fatti solo degli esperimenti.
Negli anni Sessanta del secolo scorso l’energia nucleare era considerata ottima: era una fonte inesauribile (cioè che non finisce) e costava poco, perciò si pensava che avrebbe sostituito le altre fonti di energia. Però poi si capì che questa fonte di energia è piuttosto pericolosa e l’opinione pubblica (cioè la gente) si è divisa in due parti: chi è favorevole e chi è contrario al nucleare.

Una recente manifestazione antinucleare a Taipei (Taiwan)

La radioattività (l’emissione di raggi) è pericolosa, perché, se si viene a contatto con materiale radioattivo, come l’uranio, si può morire immediatamente, se la dose è molto forte, oppure a distanza di anni, in seguito a un tumore. Il pericolo c’è anche per i bambini e per le generazioni future: infatti i genitori colpiti da radiazioni rischiano di far nascere bambini deformi o già malati, destinati a morire in breve tempo.

A una mostra nelle Filippine organizzata da Greenpeace sulle conseguenze delle radiazioni sugli esseri umani

Le centrali nucleari, inoltre, sono pericolose, perché possono subire degli incidenti; nel 1986 un grave incidente accadde nella centrale di Chernobyl, in Ucraina. Morirono 65 persone e si dice che negli 80 anni successivi all’incidente moriranno in tutto per tumori altre 4.000 persone; ma secondo numerose associazioni antinucleariste internazionali, come Greenpeace, i morti saranno almeno 6 milioni. Nei giorni successivi all’incidente la radioattività si diffuse in tutta Europa, contaminando vegetali e animali, per cui divenne pericoloso mangiare verdure fresche e bere latte; la zona attorno alla centrale venne evacuata ed è stata completamente abbandonata.

Pryp'jat', a 3 km dalla centrale di Chernobyl è oggi una città fantasma

Coloro che sono favorevoli al nucleare dicono che il disastro di Chernobyl è unico e non si ripeterà più un altro incidente simile, perché le centrali nucleari sono sempre più sicure; nel mondo oggi ce ne sono in funzione più di 440, di cui la metà in Europa, e per molti anni non ci sono più stati gravi incidenti. Almeno fino al 2011, quando la centrale di Fukushima Dai-ichi, in Giappone, non ha subito quattro distinti incidenti, in seguito a un terremoto-maremoto; la zona in cui sorge la centrale è stata evacuata per chilometri e non sappiamo il numero di persone che sono state contaminate e che moriranno nei prossimi anni, ma l’incidente ha sicuramente convinto molte persone che l’energia nucleare continua ad essere pericolosa.

Un’immagine dell’incidente alla centrale di Fukushima Dai-ichi

Oltre al problema degli incidenti, c’è quello delle scorie, cioè del materiale di rifiuto prodotto quando si lavora l’uranio. Queste scorie rimangono radioattive per un lunghissimo periodo di tempo (oltre un milione di anni) e, anche se vengono chiuse in bidoni particolari, non si sa dove metterle, perché se venissero a contatto con l’ambiente, magari in seguito a un terremoto, si verificherebbe una contaminazione radioattiva, con gravi conseguenze.
Problemi di sicurezza ci sono anche nell’estrazione dell’uranio, poiché è un’attività altamente pericolosa e molti di coloro che lavorano nelle miniere di uranio muoiono, perché sono esposti a dosi letali di radiazioni.  Oggi il problema interessa gli Stati che sono i maggiori produttori di uranio, cioè l’Australia, il Kazakistan, il Canada, la Russia, il Sudafrica, la Namibia, il Niger e il Brasile.

La Miniera Rössing vicino a Arandis, in Namibia, è una delle più grandi miniere di uranio a cielo aperto del mondo

Tutte questi problemi hanno limitato in alcuni Stati la costruzione di centrali nucleari; per esempio in Italia dopo il disastro di Chernobyl un referendum (votazione) nel 1987 ha stabilito di non costruire più centrali nucleari e quelle che già c’erano sono ora inutilizzate.
Ma che cosa fare, visto che il mondo ha sempre più bisogno di energia?
Ricordiamo che i combustibili fossili (carbone, petrolio) sono destinati ad esaurirsi nel giro di circa un secolo (o anche meno) e che il loro uso sta creando gravi conseguenze ambientali, a cominciare dall’aumento della temperatura terrestre.
Da molti anni sono state individuate nuove fonti di energia, che sono chiamate “fonti di energia alternativa”.
La prima è quella solare, cioè quella che si può ricavare dal calore del Sole; essa è presente in tutto il pianeta ed è maggiore nelle regioni più vicine all’equatore, dove l’irraggiamento solare è più forte. Essa però non è facilmente sfruttabile su larga scala: le centrali solari hanno ancora basse rese, perché la quantità di energia solare utilizzabile è ridotta. È molto più produttiva se viene usata per il riscaldamento delle case o dell’acqua, attraverso i pannelli solari collocati, per esempio, sui tetti delle case; l’applicazione di questi pannelli permette di ridurre tutti i consumi energetici domestici e perciò il loro uso si sta diffondendo in molti Stati europei.

Andasol 1, la prima centrale ad energia solare prodotta in Spagna, nella provincia di Granada

Un’altra energia alternativa è quella eolica, cioè del vento, sfruttata da tempi molto antichi attraverso i mulini a vento. Attualmente generatori di elettricità azionati dal vento (le cosiddette pale eoliche) sono in funzione in diversi Stati europei; il paesaggio di questi Stati, soprattutto quelli dell’Europa settentrionale, è pieno di pale eoliche.

Pale eoliche nei pressi di Copenaghen (Danimarca)

Si può ottenere energia anche sfruttando le maree, cioè il costante innalzamento e abbassamento del mare (questo avviene soprattutto sulle coste dell’oceano Atlantico, dove le maree sono notevoli), oppure sfruttando il movimento delle onde del mare, o utilizzando il calore di scarico delle industrie e delle centrali elettriche, o recuperando i rifiuti urbani, o ancora sfruttando biomasse, quali grano, mais, canna da zucchero, eccetera. Complessivamente, però, tutte queste fonti alternative forniscono oggi solo una piccola parte dell’energia necessaria, soprattutto di quella utilizzata dalle industrie.
Per questo la ricerca delle fonti alternative è in continuo sviluppo e si accompagna anche agli studi sul risparmio energetico, cioè per evitare gli sprechi della società attuale, non solo nelle industrie, ma anche negli usi domestici più comuni; in fondo è molto semplice spegnere la luce in una stanza, quando non viene usata.

Universe of Energy, un padiglione nel Walt Disney World Resort a Bay Lake, Florida (USA):
il futuro sarà davvero pieno di energia?


SCHEDE SEMPLIFICATE (per alunni NAI):

Le fonti di energia sono i sistemi usati per avere una forza che fa un lavoro. Sono fonti di energia:

i muscoli dell’uomo,
usati per spaccare le pietre, per uccidere gli animali, per trasportare un oggetto, eccetera
 
la forza degli animali, usata per tirare un carro, un aratro, eccetera
il calore del fuoco, usato per riscaldare, cucinare, illuminare, tenere lontano gli animali, eccetera
 
la forza dell’acqua, usata per far girare la ruota di un mulino, per navigare su un fiume, per trasportare i tronchi degli alberi, eccetera
 
la forza del vento, usata per muovere una nave con le vele, per far girare le pale di un mulino a vento, per far volare un aquilone, eccetera
 
l’energia termica generata bruciando carbone, usata per le macchine a vapore, per far muovere i treni e i battelli a vapore, eccetera
 
l’energia termica ottenuta bruciando petrolio (e suoi derivati), per far muovere le automobili, riscaldare le case, far funzionare le fabbriche, eccetera
 
l’energia nucleare ottenuta spaccando il nucleo di un atomo, usata per produrre energia elettrica per le industrie e tanti altri scopi
 
l’energia solare ottenuta dal calore del Sole, usata per riscaldare le case e l’acqua, per avere energia elettrica, eccetera
 
l’energia eolica ottenuta dal vento, usata per produrre energia elettrica da utilizzare in casa, nelle industrie, eccetera