giovedì 16 luglio 2015

215 - La civiltà europea



LA CIVILTÀ EUROPEA

L’Europa è un continente aperto, senza confini definitivi: se la guardiamo dall’alto (come nell’immagine seguente), vediamo che è solo una penisola a ovest dell’Asia.


Eppure l’Europa ha sviluppato nel corso di alcuni millenni delle caratteristiche culturali uniche, che formano quella che chiamiamo civiltà europea, la quale si è progressivamente diffusa e affermata in quasi tutto il mondo.
La civiltà europea riguarda tutti gli aspetti della vita umana: la vita materiale, quella sociale, quella culturale e quella economica. Per esempio è in Europa che è nata la moderna economia industriale e che si sono affermati, a partire dal Settecento, i concetti di democrazia, libertà e uguaglianza dei cittadini.
All’interno dell’Europa alcuni Paesi sono stati più importanti di altri per costruire la civiltà europea; sono i Paesi dell’Europa occidentale, cioè l’Inghilterra, la Francia, la Germania, la Spagna e l’Italia; a questi va aggiunta per importanza culturale la Grecia.

Nella cartina, in giallo gli Stati che maggiormente hanno contribuito alla formazione della civiltà europea, in rosa quelli la cui importanza è meno rilevante, in arancione la Grecia

La civiltà europea incomincia proprio con la Grecia. La Grecia non si limita (come avevano fatto altri popoli) a costruire scali commerciali sulle coste del Mediterraneo, ma crea molte e popolose città, dove gli abitanti coltivano i campi circostanti, producendo merci agricole pregiate (cereali, olio, vino): in questo modo i Greci dominano i commerci marittimi per secoli.
In una delle più importanti città della Grecia antica, Atene, viene sperimentata una prima forma di governo democratico: tutti gli individui liberi hanno uguali diritti e la possibilità di partecipare alla vita politica.
Nelle città greche nascono la filosofia occidentale, l’aritmetica, la geometria e l’astronomia moderne.
Per i Greci l’Europa è lo spazio da essi abitato (l’area del Mar Mediterraneo e del Mar Nero): le terre che ci sono al di fuori sono abitate da popoli barbari, selvaggi e privi di leggi.

Il Partenone di Atene, uno dei simboli più noti dell’antica civiltà greca

Coloro che per primi uniscono gran parte dell’Europa sotto un unico stato sono i Romani: il territorio che essi conquistano è molto grande e comprende quasi tutta l’Europa, l’Africa del nord e il Medio Oriente.
Nel loro impero i Romani disboscano enormi aree rendendole coltivabili; collegano regioni lontane con una rete stradale assai sviluppata; costruiscono numerose città e ingrandiscono quelle esistenti, con edifici e servizi pubblici, strade, ponti, acquedotti, fognature. I Romani introducono nei territori conquistati un’unica lingua, un’unica moneta e un’unica legge, con regole che vanno bene anche negli Stati europei moderni.

L’acquedotto romano du Pont du Garde in Francia, costruito nel 17 a.C.

A partire dal III secolo d.C. le invasioni barbariche provocano il declino dell’impero romano nella parte occidentale che finisce di esistere nel 476. Guerre e i saccheggi distruggono le città e le vie di comunicazione, fanno diminuire i commerci e i raccolti dei campi, molti dei quali tornano a essere ricoperti di boschi; la popolazione si riduce di numero, abbandona le città e si rifugia nelle campagne e, mescolandosi con i nuovi popoli, cambia lingua e costumi.

Il Tempietto longobardo di Cividale del Friuli (Italia) è una testimonianza della civiltà 
dei cosiddetti popoli barbari

Il periodo dal VI al X secolo (chiamato Alto Medioevo) vede molte guerre e violenze: il re per governare deve rivolgersi a tanti signori con cui stabilisce un patto di fedeltà; ma la fedeltà fa presto a scomparire.
In questi secoli la Chiesa cattolica è molto importante: la religione cristiana diventa la religione dominante in Europa (al posto del politeismo romano e barbarico), nelle campagne i monaci coltivano i campi e producono anche per i poveri, mentre nelle città i vescovi mantengono viva la civiltà romana, modificata secondo gli insegnamenti del Cristianesimo.

Veduta aerea dell’abbazia di San Gallo in Svizzera: qui vivevano i monaci benedettini

Dopo l’anno Mille, nel periodo del Basso Medioevo, si registrano una ripresa economica e una crescita demografica: le città tornano a svilupparsi con traffici commerciali, attività artigianali, arte (pittura, architettura, musica, poesia) e cultura.
Fra il ‘200 e il ‘300 si formano i primi stati nazionali (Francia, Spagna, Inghilterra), che costituiscono l’origine dei moderni stati europei.
Con la scoperta dell’America (1492) e l’inizio dell’Età Moderna c’è lo sviluppo economico degli Stati occidentali che si affacciano sull’oceano Atlantico: dapprima Portogallo e Spagna, poi Francia, Inghilterra e Paesi Bassi.

Il Monumento alle Scoperte a Lisbona (Portogallo)

Da allora l’Europa afferma la sua supremazia sul mondo: gli Stati dell’Europa occidentale danno vita al colonialismo, cioè la conquista e lo sfruttamento delle terre e delle popolazioni degli altri continenti. Ciò accadde prima in America, poi in Asia, Africa e Oceania, dove le potenze europee impongono le proprie lingue, le tradizioni culturali e religiose, i sistemi scolastici, gli stili architettonici, le modalità di organizzazione dello Stato. Il sistema economico è molto conveniente per gli Europei: essi prendono dalle colonie materie prime e prodotti agricoli a basso costo, perché fanno lavorare gli schiavi africani o pagano molto poco i lavoratori; inoltre costringono gli abitanti delle colonie a comperare i prodotti delle manifatture o delle fabbriche europee, così si arricchiscono ancora.
Il colonialismo infatti provoca enormi ricchezze, in particolare all’Inghilterra che nel Settecento inventa la rivoluzione industriale, un nuovo sistema di produzione, incentrato sulla fabbrica, in grado di fornire merci in serie e in grandi quantità con tempi e costi ridotti grazie all’uso di macchine.

In rosa l’Impero britannico nel 1897

Nell’Ottocento l’industrializzazione si estende agli altri stati dell’Europa centro-occidentale (e agli Stati Uniti d’America) e poi alle regioni meridionali e orientali: l’Europa è il continente più ricco e potente del mondo.
L’industrializzazione trasforma il territorio e la società: le città si ingrandiscono, la popolazione aumenta, la tecnologia e la scienza creano un continuo progresso. Con le due guerre mondiali, però, l’Europa perde la sua egemonia, a favore degli Stati Uniti d’America e della Russia, però la civiltà europea è ancora quella più diffusa su tutta la Terra.
Viene da chiedersi: perché?

Alcuni degli spettacoli in programmazione al Grand Theatre di Shanghai (Cina);
essi sono un esempio di come l’Europa abbia conquistato il mondo con la propria cultura

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