lunedì 8 settembre 2014

207- La pesca



LA PESCA

In Europa ci sono molti mari, molte coste e molte isole: la pesca perciò è una risorsa importante.
I mari che bagnano l’Europa non sono però tutti ugualmente pescosi, cioè non sono tutti ricchi di pesce allo stesso modo: la presenta di tanti o pochi pesci dipende dalla temperatura dell’acqua, dalla presenza di correnti, dalla quantità di cibo che c’è nel mare.
Alcuni pesci si nutrono di altri pesci, altri di plancton, piccolissimi organismi marini, sia animali (zooplancton) sia vegetali (fitoplancton), che non sono in grado di muoversi autonomamente, ma vengono trascinati dalle correnti. Ecco dunque che nell’Oceano Atlantico e soprattutto nella sua parte settentrionale, dove le correnti sono maggiori, vivono più pesci che nel Mar Mediterraneo, che è un mare chiuso e con scarse correnti.

Varie forme di plancton viste al microscopio

Esistono due tipi fondamentali di pesca:
- quella oceanica
- quella costiera.
La pesca oceanica (o d’altura) è quella praticata (specialmente nel Nord Europa) con potenti navi a motore, capaci di allontanarsi dalle coste per un lungo tratto, attrezzate con reti molto specializzate e con impianti per conservare grandi quantità di pesce, che viene selezionato, lavato e surgelato. Inoltre le navi oceaniche moderne possono seguire i banchi di pesci nei loro spostamenti, perché hanno i radar e quindi non ci sono perdite di tempo. Infine la pesca d’altura può essere praticata tutto l’anno.

Un peschereccio islandese

A bordo di un peschereccio nel Mare del Nord il pescato viene sottoposto a una prima selezione

La pesca costiera (maggiormente praticata nel Mediterraneo) si fa, invece, con piccole imbarcazioni a vela o a motore, che si muovono vicino alla costa e che ogni giorno portano a terra il loro pescato, per venderlo direttamente sulle spiagge o per consegnarlo alle industrie di surgelazione. Questo tipo di pesca si può fare solo quando il mare è calmo e cioè soprattutto d’estate.

Un peschereccio siciliano


Barche da pesca in Polonia

I progressi nelle imbarcazioni e nelle tecniche di pesca hanno aumentato enormemente la quantità di pesce che può essere pescato. Però non si può pescare tutto il pesce che si vuole: bisogna dare ai pesci la possibilità di riprodursi, se no scompaiono. Per questo negli ultimi decenni trattati internazionali o leggi dei singoli Stati hanno limitato la quantità di pesce che può essere pescato.
Un altro problema che costituisce una grave minaccia per la fauna marina e di conseguenza per la pesca è l’inquinamento, soprattutto quello provocato dalle navi che trasportano il petrolio e che magari hanno un incidente. Il petrolio distrugge tutte le forme di vita, dal plancton ai pesci, riducendo perciò moltissimo la pescosità dei mari.

Effetti dell’affondamento sulle coste della Galizia (Spagna) della petroliera Prestige 
il 19 novembre 2002

Poiché in Europa si consuma molto pesce (raccomandato dai nutrizionisti, poiché il pesce fa bene), sono stati costruiti negli ultimi anni molti allevamenti (o itticolture, o ancora acquacolture), sia in mare sia nelle acque dolci: vengono allevati sia pesci (trote, anguille e carpe nelle acque dei fiumi, orate, spigole e tonni in mare) sia molluschi e crostacei (ostriche, cozze, vongole, gamberi).

Allevamento di cozze nel delta del Po (Italia)

La pesca praticata nei fiumi o nei laghi è meno importante per l’economia europea, però essa viene praticata lo stesso per un mercato locale molto ristretto, oppure come sport.

A pesca sul Lago Balaton (Ungheria)

Anche la pesca cambia in parte la forma del territorio, infatti le imbarcazioni, soprattutto quelle per la pesca d’altura, hanno bisogno di porti e di moli, che sorgono numerosi lungo le coste europee.

Il porto di Ijmuiden (Paesi Bassi)

Anche per costruire un piccolo porto come questo (a Idra, in Grecia) l’uomo ha modificato il territorio

Nelle immagini seguenti alcune specialità ittiche di alcuni Stati europei:

Pesca al capelano (Mallotus villosus) in Islanda; questo pesce è oggetto di uno studio particolare proprio in questo Paese

Essicazione dello stoccafisso in Norvegia: in questo Paese con lo stoccafisso si prepara il più tipico piatto norvegese


Il karp, a base di carpa, è un tipico piatto della Polonia

Un grosso salmone pescato in Scozia (Regno Unito): finirà affumicato?

Allevamento di cozze in Bretagna (Francia)

Allevamento di ostriche in Normandia (Francia)

Baccalà in Portogallo

Vendita di sardine a Maiorca (Isole Baleari, Spagna): le sardine sono tra i principali pesci pescati in Spagna

Un momento della tonnara 2014 in Sardegna (Italia): la tonnara è una particolare forma di  pesca al tonno rosso, un tempo praticata soprattutto in Sicilia

Polpi a Creta (Grecia)

Storioni al mercato del pesce di Astrachan’ (Russia, sul Fiume Volga):
dalle uova di storione si ottiene il prelibato caviale

ESERCIZIO:
1- Vicino alla casa dove abitavi prima di venire in Italia c’è il mare? C’è un fiume o un lago? La pesca viene praticata?
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2- Ora a casa tua mangiate pesce? Se sì, quali tipi di pesce?
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3- Conosci il nome italiano di alcuni pesci?
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206 - L'allevamento e il suo paesaggio



L’ALLEVAMENTO E IL SUO PAESAGGIO

L’allevamento è un'attività che consiste nel far crescere e riprodurre certi animali per scopi diversi:
- in primo luogo per ricavare da essi cibo, pelli e pellicce;
- ma anche per avere una forza lavoro (arare i campi, far tirare un carro, eccetera);
- oppure per farne commercio (cioè per vendere un animale a chi vuole comperarlo);
- o per praticare uno sport o un’attività ricreativa (equitazione, corrida, eccetera).

Romania: un cavallo utilizzato come forza da traino

Venditore di uccelli in gabbia a Parigi

È stato calcolato che nel mondo vengano allevati circa 70 miliardi di animali ogni anno. In Europa gli animali più allevati sono:
- il pollame (polli, galline, tacchini, oche, anitre, eccetera)
- i suini (maiali)
- i bovini (mucche, vitelli, tori)
- gli ovini (pecore, capre)
- gli equini (cavalli).

Polli
Tacchini
Maiali
Mucche
Pecore
Cavalli

Come succede per l’agricoltura, esiste anche una forma di allevamento familiare: una famiglia di contadini possiede alcuni animali (una mucca, o un maiale, o del pollame) che alleva per uso personale.

Animali da cortile in una casa di contadini in Albania

Macellazione di un maiale allevato in casa in Ungheria

C’è poi l’allevamento basato sulla pastorizia: il pastore alleva alcuni animali per avere un prodotto da vendere su un piccolo territorio. Per esempio sulle Alpi e sugli Appennini ci sono molti allevatori di bovini o di ovini, che usano il latte delle mucche o delle pecore per fare formaggi molto saporiti.
Questo tipo di allevamento viene praticato in forma nomade (gli animali vengono spostati continuamente alla ricerca di zone ricche di pascoli) o seminomade (gli animali vivono in stalle nel periodo invernale e vengono trasferiti a pascolare all’aperto in estate).

Pastorizia in Irlanda


Produzione di formaggio nelle Alpi svizzere

Ma la forma di allevamento più importante, quella che dà da mangiare alla maggioranza degli europei che vivono in città, è quella intensiva. L’allevamento intensivo vuole ricavare dagli animali quanto più è possibile, in tempi rapidi e con alti profitti; per ottenere questo c’è bisogno di un’elevata quantità di energia (sotto forma di elettricità e di combustibili) e di acqua (per abbeverare gli animali) e un grande uso di farmaci (necessari per far crescere più in fretta le bestie e per curare le malattie) e di prodotti chimici (i fertilizzanti usati nell’agricoltura per aumentare la produzione di foraggio e i mangimi per il bestiame).
Questo da una parte ha fatto aumentare negli ultimi 50 anni la produzione di carne e di latte (che costano anche meno e quindi tutti possono comperarli), dall’altra ha aggravato l’inquinamento e provocato alcune malattie negli animali: nel 1996 è scoppiato il caso della cosiddetta “mucca pazza”, nel 2003 quello dell’influenza aviaria che ha colpito 150 milioni di volatili.

Allevamento intensivo

L’allevamento intensivo viene praticato in 2 modi fondamentali: in stalle o in zone all’aperto. L’allevamento all’aperto conserva ancora qualche traccia di naturalità, quello in stalle (il più praticato) viene criticato da ambientalisti e animalisti, preoccupati per la salute degli animali (che vivono in spazi piccoli, non possono muoversi liberamente; nel caso di polli e conigli vivono in piccolissime gabbie) e per le conseguenze sull’ambiente.

Allevamento all’aperto in Normandia (Francia)

Una stalla in Islanda

Allevamento di maiali in provincia di Modena (Italia)

Allevamento di polli in Austria

Allevamento di conigli in Francia

L’allevamento crea un paesaggio particolare: i pascoli all’aperto sono recintati per non far fuggire gli animali, mentre dove ci sono le stalle si vedono grandi edifici che hanno accanto una concimaia (dove si raccolgono le deiezioni prodotte ogni giorno dagli animali), un fienile (dove si conserva il fieno, cioè il foraggio essiccato) e un silos (per i cereali e i mangimi che vengono dati da mangiare agli animali).

Silos in Francia

Ed ora alcuni animali che vengono allevati per utilizzi particolari in Europa:
- il bufalo mediterraneo italiano, allevato praticamente in tutta Italia per il latte da cui si ottiene la mozzarella di bufala e altri prodotti;

Bufali italiani

- il bisonte europeo, che, dopo la sua scomparsa in natura, è stato reintrodotto in cattività in alcuni Paesi europei, dove viene allevato solo per impedirne l’estinzione; la mandria più numerosa vive nella Foresta di Białowieża, tra Polonia e Bielorussia;

Bisonte europeo nella Foresta di Białowieża

- le oche e le anatre allevate in Francia, per ottenerne il “foie gras” dietro ingozzamento, cioè la somministrazione forzata di cibo mediante un tubo inserito in bocca, in gola e giù fino allo stomaco degli animali;

Ingozzamento delle oche in Francia

- il toro, allevato in Spagna, nel sud della Francia e in parte anche nel Portogallo, per le corride o altri spettacoli, come la corsa camarghese praticata nella Camargue (regione della Francia meridionale) dove l’animale non è un vero e proprio toro bensì un bue castrato;

Un toro durante una corrida in Spagna

- la renna, che è un animale semi-addomesticato, allevato in Scandinavia come animale da tiro o per la carne, il cuoio, le corna e il latte;

Donne Lapponi con un branco di renne

- il mulo, allevato nei Paesi mediterranei come animale da soma e da trasporto, utilizzato abbondantemente dagli alpini durante la Prima guerra mondiale;

Un alpino con il suo mulo durante la Grande Guerra

- l’asino dei Pirenei, allevato soprattutto nella Francia meridionale come animale da tiro o per il latte, da cui si ottengono alcuni prodotti cosmetici;

Asini dei Pirenei

- l’ape, allevata un po’ ovunque in Europa per il miele (il maggiore produttore di miele in Europa è l’Ungheria);

Un apicoltore nel Regno Unito

- il baco da seta, introdotto in Italia dai saraceni nel IX secolo, ebbe una notevole diffusione in Sicilia, ma la maggiore produzione di seta si ebbe nel XVIII secolo nell’Italia settentrionale; oggi l’allevamento del baco da seta è pressoché scomparso a causa della concorrenza cinese;

Allevamento di bachi da seta in Veneto (Italia) nel 1930

- lo struzzo è stato introdotto in Italia nel XIX secolo: oggi alcune aziende allevano questo animale in vari Paesi europei.

Allevamento di Struzzi in Ucraina