mercoledì 30 gennaio 2013

170 - La pronuncia di GL

LA PRONUNCIA DELLE 2 CONSONANTI GL VICINE

Le 2 consonanti GL vicine acquistano un suono particolare e unico, quando sono seguite da i: egli, giglio, foglia, maglia.
Conservano 2 suoni distinti, quando sono seguite da A, E, O, U (come in gladio, inglese, gloria, gluteo), ma qualche volta anche quando sono seguite da I (come in glicerina, negligente, geroglifico)

Ascolta queste canzoni: nel testo sono evidenziate in rosso tutte le parole con GL.

RICCARDO DEL TURCO: LUGLIO (1968)

Luglio, col bene che ti voglio vedrai non finirà.
Luglio m'ha fatto una promessa l'amore porterà.
Anche tu, in riva al mare tempo fa, amore, amore
mi dicevi: "Luglio ci porterà fortuna" poi non ti ho vista più;
vieni, da me c'è tanto sole ma ho tanto freddo al cuore
se tu non sei con me.

Luglio si veste di novembre se non arrivi tu.
Luglio sarebbe un grosso sbaglio non rivedersi più.
Ma perché in riva al mare non ci sei, amore, amore
ma perché non torni è luglio da tre giorni
e ancora non sei qui; vieni, da me c'è tanto sole
ma ho tanto freddo al cuore se tu non sei con me.

Luglio, stamane al mio risveglio non ci speravo più.
Luglio credevo ad un abbaglio e invece ci sei tu.
Ci sei tu in riva al mare solo tu, amore, amore
e mi corri incontro ti scusi del ritardo
ma non mi importa più.
Luglio ha ritrovato il sole non ho più freddo al cuore
perché tu sei con me.

Link per ascoltare la canzone:

FABRIZIO DE ANDRÈ: LA GUERRA DI PIERO (1964)

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.

Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente.

Così dicevi ed era d’inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve.

Fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce.

Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di Giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera

e mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore.

Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue.

E se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore.

E mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia.

Cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chieder perdono per ogni peccato.

Cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno.

Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto, troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno.

E mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole.

Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.

Link per ascoltare la canzone:

MINA: LEGATA AD UNO SCOGLIO (1991)

Legata ad uno scoglio
ti
voglio baby
così quando mi
sveglio
col sorgere del dì
ti trovo che aspetti
legata a quello
scoglio
Oh sì, sì, sì, sì, sì.

Fidarmi dei tuoi baci
non posso credi,
perché se c'è la nebbia
sparisci lì per lì,
per questo ti tengo
legata ad uno
scoglio così,
oh sì, sì, sì.

Forse sarà un po' scomodo,
ma l'amore è anche sacrificio.
Non ti ho portata al mare
per lasciarti sbaciucchiare
dal giovane leone
Bevilacqua Vinicio.

Legata ad uno
scoglio
mi piaci baby
è già trascorso
luglio
e siamo ancora qui.
Io serio che guardo,
tu forse un po' seccata,
legata,
legata a quello
scoglio lì.

Link per ascoltare la canzone:

domenica 20 gennaio 2013

169 - La pronuncia della H

LA PRONUNCIA DELLA H

La lettera H non si pronuncia, infatti è solo un segno grafico convenzionale, che si usa
- per distinguere le voci del verbo AVERE io ho, tu hai, lui ha, essi hanno dalle parole o, ai, a e anno
- per rendere gutturali C e G se sono seguite da E e I
- per alcune esclamazioni, come ah, eh, ih, oh, uh, ahi ehm, toh ecc…
- per alcune parole di origine latina (come humus, habitat) o di origine straniera (hotel, hobby)
- per alcuni cognomi (come Hortis, Thovez) e alcuni nomi di città (Rho, Santhià, Thiene)

Ascolta queste canzoni: nel testo sono evidenziate in rosso tutte le parole con H.


EQUIPE 84: IO HO IN MENTE TE (1966)

Apro gli occhi e ti penso
ed ho in mente te
ed ho in mente te

Io cammino per le strade
ma ho in mente te
ed ho in mente te

Ogni mattina uo uo
ed ogni sera uo uo
ed ogni notte te

Io lavoro più forte
ma ho in mente te
ma ho in mente te

Ogni mattina uo uo
ed ogni sera uo uo
ed ogni notte te

Cos'ho nella testa
che cos'ho nelle scarpe
no, non so cos'è

Ho voglia di andare uo uo
di andarmene via, uo uo
non voglio pensar
ma poi ti penso

Apro gli occhi e ti penso
ed ho in mente te
ed ho in mente te

Ogni mattina uo uo
ed ogni sera uo uo
ed ogni notte te

Link per ascoltare la canzone:



LORENZO JOVANOTTI CHERUBINI: MEGAMIX (2011)

È questa la vita che sognavo da bambino, è questa la vita che sognavo da bambino
È questa la vita che sognavo da bambino, un po' di apocalisse e un po' di Topolino
È questa la vita che sognavo da bambino, è questa la vita che sognavo da bambino
È questa la vita che sognavo da bambino, un po' di Hello Kitty e un po' di Tarantino

Hai le costole e in mezzo alle costole che cosa c'è
Hai le vene e dentro alle vene che cosa c'è
Hai le vertebre e dentro alle vertebre che cosa c'è
Hai i polmoni e dentro ai polmoni che cosa c'è
Megamegamix Megamix la x e la y la y e la x
Megamegamix Megamix la x e la y la y e la x

Datemi una notte inventerò una lampadina
Datemi una stella e io mi stendo sulla schiena
Dammi un foglio bianco e ne faccio un pezzo nuovo
Datemi un maestro e diventerò un allievo
Datemi un martello apparirà di certo un chiodo
Datemi un motivo e io troverò un modo
Datemi un pennello e prima o poi nascerà un quadro
Datemi una serratura apparirà un ladro
Togli l'equilibrio e cercherò di equilibrarmi
Cambiami lo spazio e troverò come adattarmi
Datemi la sete andrò a cercare una sorgente
Datemi una curva partirò per la tangente
Dammi gli elementi e ci ricavo una sequenza
Trasformiamo in un bel posto questa stanza
Trasformiamo in un bel posto questa stanza
Trasformiamo in un bel posto questa stanza

Hai le costole e in mezzo alle costole che cosa c'è
Hai le vene e dentro alle vene che cosa c'è
Hai le vertebre e dentro alle vertebre che cosa c'è
Hai i polmoni e dentro ai polmoni che cosa c'è
Hai le nuvole e sotto alle nuvole che cosa c'è
Hai le scatole e dentro alle scatole che cosa c'è
Hai le regole e oltre alle regole che cosa c'è
Hai dei limiti e oltre ai miei limiti che cosa c'è

Che quello che sta sopra è uguale a quello che è sotto
È diventato un cigno l'anatroccolo brutto
Megamegamix Megamix la x e la y la y e la x
Megamegamix Megamix la x e la y la y e la x

Mi hai fatto uscir di senno adesso sono sano
Vedo tutte le cose così come sono
Mi hai fatto uscir di senno adesso sono sano
Vedo tutte le cose così come sono
Alzati Pinocchio ti han rubato tutto quanto
Ora si che l'avventura inizia ad esser grande
Alzati Mosè rimetti i sandali ai tuoi piedi
Scendi giù ed anticipa e poi fatti le domande
Venga capitano c'è qualcosa all'orizzonte
Potrebbe essere terra ma non c'è qui sulle carte
Forse ci sarà brava gente che sa stare al mondo
Senza qualche colpa da espiare

È questa la vita che sognavo da bambino, è questa la vita che sognavo da bambino
È questa la vita che sognavo da bambino, un po' di apocalisse e un po' di Topolino
È questa la vita che sognavo da bambino, è questa la vita che sognavo da bambino
È questa la vita che sognavo da bambino, un po' di Hello Kitty e un po' di Tarantino

Link per ascoltare la canzone:

venerdì 18 gennaio 2013

168 - La pronuncia di C e G

LA PRONUNCIA DELLA C E DELLA G

Le lettere C e G hanno due pronunce diverse, a seconda della vocale che segue;
se dopo la C e la G ci sono le vocali A, O, U la pronuncia è gutturale (cioè fatta con la gola) come in caldo, cono, culto, gallo, gobbo, gusto
se dopo la C e la G ci sono le vocali E, I la pronuncia è palatale (cioè fatta premendo la lingua contro il palato) come in celeste, cima, geografia, gita
C e G hanno un suono gutturale anche quando sono seguite da HI, HE, come in mucche, chiodo, pieghe, ghibli.
Seguite da un’altra consonante, C e G hanno sempre un suono gutturale, tranne G seguita da L [vedi una prossima lezione] e G seguita da N [vedi una prossima lezione]. La lettera C preceduta da S ha un suono particolare [vedi una prossima lezione]

Ascolta queste canzoni: nel testo sono evidenziate in rosso tutte le parole con C e con G.


ADRIANO CELENTANO: IL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK (1966)

Questa è la storia di uno di noi,
anche lui nato per caso in via Gluck,
in una casa, fuori città,
gente tranquilla, che lavorava.
Là dove c'era l'erba ora c'è una città,
e quella casa in mezzo al verde ormai,
dove sarà?

Questo ragazzo della via Gluck,
si divertiva a giocare con me,
ma un giorno disse: vado in città,
e lo diceva mentre piangeva,
io gli domando: amico,
non sei contento?
Vai finalmente a stare in città.
Là troverai le cose che non hai avuto qui,
potrai lavarti in casa senza andar giù nel cortile!

Mio caro amico, disse,
qui sono nato e in questa strada
ora lascio il mio cuore.
Ma come fai a non capire?
È una fortuna, per voi che restate
a piedi nudi a giocare nei prati,
mentre là in centro respiro il cemento.
Ma verrà un giorno che ritornerò ancora qui
e sentirò l'amico treno che fischia così,
"wa wa"!

Passano gli anni, ma otto son lunghi,
però quel ragazzo ne ha fatta di strada,
ma non si scorda la sua prima casa,
ora coi soldi lui può comperarla;
torna e non trova gli amici che aveva,
solo case su case,
catrame e cemento.

Là dove c'era l'erba ora c'è una città,
e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà.

Eh non so, non so perché continuano
a costruire, le case
e non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
non lasciano l'erba
non lasciano l'erba

Eh no,
se andiamo avanti così, chissà
come si farà,
chissà...

Link per la canzone:

PAOLO CONTE: GELATO AL LIMON (1979)

Un gelato al limon gelato al limon gelato al limon
sprofondati in fondo a una
città
un
gelato al limon
è vero limon.
Ti
piace?
Mentre un`altra estate se ne va.
Libertà e perline
colorate,ecco quello che io ti darò
e la sensualità delle vite disperate,
ecco il dono che io ti farò,
donna
che stai entrando nella mia vita con una valigia di perplessità
ah, non aver paura
che sia già finita ancora tante cose quest'uomo ti darà.
E un gelato al limon gelato al limon gelato al limon
sprofondati in fondo a una
città:
un
gelato al limon gelato al limon gelato al limon,
mentre un'altra estate passerà.
Ti offro una
doccia ai bagni diurni che sono degli abissi di tiepidità,
dove
come oceani notturni
rimbombano le
voci della tua città.
Ti offro la luna del
pomeriggio
per il
sogno arabo che ami tu
e una stretta forte della mia mano
per te donna
che non mi scappi più:
e un
gelato al limon gelato al limon, gelato al limon.
 
E ti offro l'
intelligenza degli elettricisti,così almeno un po’ di luce avrà
la nostra stanza
negli alberghi tristi,
dove la notte
calda ci scioglierà. Come un gelato al limon, gelato al limon, gelato al limon…

Link per la canzone:

LUCIO BATTISTI: SÌ, VIAGGIARE (1977)

Quel gran genio del mio amico
lui saprebbe
cosa fare,
lui saprebbe
come aggiustare con un cacciavite in mano fa miracoli.
Ti
regolerebbe il minimo
alzandolo un po'
e non
picchieresti in testa così forte no
e potresti ripartire
certamente non volare
ma
viaggiare.
viaggiare
evitando le
buche più dure,
senza per questo
cadere nelle tue paure,gentilmente senza fumo con amore:dolcemente viaggiare rallentando per poi accelerare con un ritmo fluente di vita nel cuore gentilmente senza strappi al motore.
E tornare a
viaggiare
e di notte
con i fari illuminare chiaramente la strada per saper dove andarecon coraggio gentilmente, gentilmente,dolcemente viaggiare.


Quelgran genio del mio amico,  
con le mani sporche d'olio  
capirebbe molto meglio, meglio certo di buttare, riparare.
Pulirebbe forse il filtro
soffiandoci un po'  
scinderesti poi la gente
quella
chiara dalla no
e potresti ripartire
certamente non volare ma viaggiare.
viaggiare….
Link per ascoltare la canzone:

giovedì 10 gennaio 2013

167 - La pronuncia di S e Z

LA PRONUNCIA DELLA S E DELLA Z

Le lettere S e Z hanno due pronunce diverse:
- una pronuncia dolce (o sonora) come in rosa, viso, zebra, mezzo
- una pronuncia aspra (o sorda) come in sole, sale, zio, lezione

Ascolta queste canzoni: nel testo sono evidenziate in rosso tutte le parole con S e con Z.
EDOARDO BENNATO: L’ISOLA CHE NON C’È (1980)

Seconda stella a destra, questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
poi la strada la trovi da te
porta all'isola che non c'è.

Forse questo ti sembrerà strano
ma la ragione ti ha un po' preso la mano
ed ora sei quasi convinto che
non può esistere un'isola che non c'è

E a pensarci, che pazzia
è una favola, è solo fantasia
e chi è saggio, chi è maturo lo sa
non può esistere nella realtà!....

Son d'accordo con voi
non esiste una terra
dove non ci son santi né eroi
e se non ci son ladri
se non c'è mai la guerra
forse è proprio l'isola
che non c'è… che non c'è

E non è un'invenzione
e neanche un gioco di parole
se ci credi ti basta perché
poi la strada la trovi da te

Son d'accordo con voi
niente ladri e gendarmi
ma che razza di isola è?
Niente odio né violenza
soldati né armi
forse è proprio l'isola
che non c'è.... che non c'è

Seconda stella a destra, questo è il cammino
e poi dritto, fino al mattino
non ti puoi sbagliare perché
quella è l’isola che non c’è

E ti prendono in giro
se continui a cercarla
ma non darti per vinto perché
chi ci ha già rinunciato
e ti ride alle spalle
forse è ancora più pazzo di te
Link per ascoltare la canzone:

LUCA CARBONI: LE RAGAZZE (1998)

Le ragazze ci sorridono
ma le
ragazze come vivono?
...e l'
estate, l'estate sta per arrivare
e loro volan già come farfalle
e pungono come
zanzare
Le
ragazze si abbronzano
ma le
ragazze a cosa pensano?
...a Bologna d'
estate è caldo e si sta male
ma loro
sono margherite e viole,
aiuole da non
calpestare

E poi di notte...
si accendono
ma le
ragazze... che cosa sognano?
...
lo so che non si può generalizzare
per
questo sono sotto il tuo portone
cerco il cognome per
suonare

...ma come è bella la città
se non hai voglia di studiare
ciao, c'ho una
festa dentro al cuore
lo
sai che ti vorrei invitare
ciao, mettiti quel
vestito
che mi
sembra di essere al mare

Le
ragazze si fidanzano , ma allora, per cosa piangono?
...e
soprattutto d'estate ti fanno pensare
che non c'è
nessun problema
anche
se poi va tutto male

Le
ragazze... ci distruggono , ma allora a che cosa servono?
...
lo so che non si può generalizzare
ma loro non le
riesci mai a capire
loro le puoi
solo amare

Ciao, ma come è bella la città
se non hai voglia di studiare
ciao, c'ho un po' di
fresco dentro al cuore,
lo
sai che ti vorrei invitare ... mettiti quel vestito
che mi
sembra di essere al mare

Ciao, ma com'è bella la città
se ci sembra di essere al mare
ciao, c'ho una
festa dentro al cuore
lo
sai che ti vorrei invitare
ciao, c'ho una vita da cambiare...
dai...
Link per ascoltare la canzone:

LAURA PAUSINI: LA SOLITUDINE (1993)

Marco se n'è andato e non ritorna più
Il treno delle sette e trenta senza lui
È un cuore di metallo senza l'anima
Nel freddo del mattino grigio di città

A scuola il banco è vuoto, Marco è dentro me
È dolce il suo respiro fra i pensieri miei
Distanze enormi sembrano dividerci
Ma il cuore batte forte dentro me

Chissà se tu mi penserai
Se con i tuoi non parli mai
Se ti nascondi come me
Sfuggi gli sguardi e te ne stai
Rinchiuso in camera e non vuoi mangiare
Stringi forte a te il cuscino
E piangi e non lo sai
Quanto altro male ti farà la solitudine

Marco nel mio diario ho una fotografia
Hai gli occhi di bambino un poco timido
La stringo forte al cuore e sento che ci sei
Fra i compiti d'inglese e matematica

Tuo padre e i suoi consigli che monotonia
Lui col suo lavoro ti ha portato via
Di certo il tuo parere non l'ha chiesto mai
Ha detto un giorno tu mi capirai

Chissà se tu mi penserai
Se con gli amici parlerai
Per non soffrire più per me
Ma non è facile lo sai

A scuola non ne posso più
E i pomeriggi senza te
Studiare è inutile, tutte le idee
Si affollano su te

Non è possibile dividere
La vita di noi due
Ti prego aspettami amore mio
Ma illuderti non so

La solitudine fra noi
Questo silenzio dentro me
È l'inquietudine di vivere
La vita senza te

Ti prego aspettami perché
Non posso stare senza te
Non è possibile dividere
La storia di noi due….

Link per ascoltare la canzone:


LUCIO BATTISTI: CON IL NASTRO ROSA (1980)

Inseguendo una libellula in un prato
un giorno che avevo rotto col
passato
quando già credevo di
esserci riuscito son caduto.
Una
frase sciocca, un volgare doppio senso
mi ha allarmato non è come io la
penso
ma il
sentimento era già un po' troppo denso
e
son restato Chissà, chissà chi sei chissà che sarai chissà che sarà di noi
lo
scopriremo solo vivendo
Comunque
adesso ho un po' paura
ora che
quest'avventura sta diventando una storia vera spero tanto tu sia sincera!
Il
magazzino che contiene tante casse
alcune nere alcune gialle alcune
rosse
dovendo
scegliere e studiare le mie mosse sono all’impasse
Mi
sto accorgendo che son giunto dentro casa
con la mia
cassa ancora con il nastro rosa
e non vorrei aver
sbagliato la mia spesa o la mia sposa. Chissà chissà chi sei chissà che sarai
chissà che sarà di noi
lo
scopriremo solo vivendo
Comunque
adesso ho un po' paura
ora che
quest'avventura sta diventando una storia seria spero tanto tu sia sincera!

Chissà chi sei…….Link per ascoltare la canzone:



giovedì 3 gennaio 2013

166 - La pronuncia: prendi confidenza con i suoni della lingua italiana

La pronuncia della lingua italiana è abbastanza semplice, perché ad ogni lettera (o segno) dell’alfabeto corrisponde quasi sempre un unico suono.
In un alfabeto idealmente perfetto a ogni lettera dovrebbe corrispondere un unico suono, ma ciò non avviene in alcun alfabeto al mondo; l’alfabeto italiano è uno dei più perfetti, poiché sono pochissimi i casi in cui tale corrispondenza non c’è.
Ciò nonostante, un alunno straniero (in particolare se parlante una lingua madre completamente diversa dall’italiano, ad esempio una lingua dell’Asia Orientale) si trova molte volte in difficoltà nel pronunciare le parole italiane; spesso si vergogna a farlo, perché sente che la sua pronuncia è imperfetta.
Incominciamo da questa lezione ad addentrarci nel mondo della pronuncia della lingua italiana. Ho scelto un metodo che prevede l’ascolto di alcune canzoni italiane, scelte in base alle loro caratteristiche di pronuncia. In questo blog trovi i testi di queste canzoni e un link che ti permette di ascoltarle: leggi e ascolta contemporaneamente. Spero che la cosa sia divertente.
Prima di tutto facciamo un po’ di abitudine ai suoni della lingua italiana, senza pensare troppo alle caratteristiche fonologiche.
Ho scelto alcune canzoni di Lucio Battisti, un cantante famosissimo in Italia, che ha avuto successo  soprattutto negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, ma che ancora oggi è amatissimo dagli Italiani.


LUCIO BATTISTI: DIECI RAGAZZE (1969)

Ho visto un uomo che moriva per amore,
ne ho visto un altro che più lacrime non ha.
Nessun coltello mai
ti può ferir di più
di un grande amore che ti stringe il cuor.
Dieci ragazze per me posson bastare,
dieci ragazze per me, voglio dimenticare:
capelli biondi d'accarezzare
e labbra rosse sulle quali morire.
Dieci ragazze per me, solo per me.
Una la voglio perché
sa bene ballare.
Una la voglio perché
ancor non sa cosa vuol dir l'amore.
Una soltanto perché
ha conosciuto tutti tranne me.
Dieci ragazze così
che dicon solo di sì.
Vorrei sapere chi ha detto
che non vivo più senza te.
Matto, quello è proprio matto perché
forse non sa
che posso averne una per il giorno,
una per la sera,
però quel matto mi conosce
perché ha detto una cosa vera.
Dieci ragazze per me posson bastare,
dieci ragazze per me, io voglio dimenticare:
capelli biondi d'accarezzare
e labbra rosse sulle quali morire.
Dieci ragazze così
che dicon solo di sì.
Vorrei sapere chi ha detto
che non vivo più senza te.
Matto, quello è proprio matto perché
forse non sa
che posso averne una per il giorno,
una per la sera,
però quel matto mi conosce
perché ha detto una cosa vera.
Dieci ragazze per me,
dieci ragazze per me…
però io muoio per te…

Link per ascoltare la canzone:
LUCIO BATTISTI: IO VORREI… NON VORREI… MA SE VUOI… (1972)

Dove vai quando poi resti sola?
Il ricordo come sai non consola.
Quando lei se ne andò per esempio,
trasformai la mia casa in un tempio.
E da allora solo oggi non farnetico più,
a guarirmi chi fu?
Ho paura a dirti che sei tu.
Ora noi siamo già più vicini:
io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…
Come può lo scoglio
arginare il mare?
Anche se non voglio,
torno già a volare.
Le distese azzurre
e le verdi terre,
le discese ardite
e le risalite,
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto.
Dove vai quando poi resti sola?
Senza ali tu lo sai non si vola.
Io quel dì mi trovai per esempio
quasi sperso in quel letto così ampio.
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei:
io la morte abbracciai,
ho paura a dirti che per te
mi svegliai.
Oramai fra di noi solo un passo:
io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…
Come può uno scoglio
arginare il mare?
Anche se non voglio
torno già a volare.
Le distese azzurre
e le verdi terre,
le discese ardite
e le risalite
su nel cielo aperto
e poi giù il deserto
e poi ancora in alto
con un grande salto.
Link per ascoltare la canzone:
LUCIO BATTISTI: ANCORA TU (1976)
Ancora tu, non mi sorprende lo sai;
ancora tu, ma non dovevamo vederci più?
E come stai? Domanda inutile.
Stai come me e ci scappa da ridere.
Amore mio hai già mangiato o no.
Ho fame anch'io e non soltanto di te.
Che bella sei, sembri più giovane
o forse sei solo più simpatica.
Oh lo so cosa tu vuoi sapere...
Nessuna no, ho solo ripreso a fumare...
Sei ancora tu, purtroppo l'unica.
Ancora tu, l'incorreggibile.
Ma lasciarti non è possibile.
No lasciarti non è possibile.
Lasciarti non è possibile.
No lasciarti non è possibile.

Sei ancora tu, purtroppo l'unica.
Ancora tu, l'incorreggibile.
Ma lasciarti non è possibile.
No lasciarti non è possibile.
Lasciarti non è possibile.
No lasciarti non è possibile.
Disperazione gioia mia
sarò ancora tuo sperando che non sia follia
ma sia quel che sia.
Abbracciami amore mio
abbracciami amor mio
Che adesso lo voglio anch'io.
Ancora tu, non mi sorprende lo sai;
ancora tu, ma non dovevamo vederci più?
E come stai? Domanda inutile.
Stai come me e ci scappa da ridere.
Link per ascoltare la canzone:

LUCIO BATTISTI: I GIARDINI DI MARZO (1972)

Il carretto passava e quell'uomo gridava: «Gelati».
Al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti.
Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti,
il più bello era nero coi fiori non ancora appassiti.
All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri:
io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli,
poi sconfitto tornavo a giocar con la mente e i suoi tarli
e alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli.
Che anno è? Che giorno è?
questo è il tempo di vivere con te.
Le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima,
in fondo all'anima, cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore, amor per te;
fiumi azzurri e colline e praterie,
dove corrono dolcissime le mie malinconie;
l'universo trova spazio dentro me,
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è.
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
e le giovani donne in quel mese vivono nuovi amori;
camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti «Tu muori:
se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori».
Ma non una parola chiarì i miei pensieri,
continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri.
Che anno è? Che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te.
Le mie mani come vedi non tremano più
e ho nell'anima,
in fondo all'anima, cieli immensi
e immenso amore
e poi ancora ancora amore, amor per te:
fiumi azzurri e colline e praterie,
dove corrono dolcissime le mie malinconie;
l'universo trova spazio dentro me,
ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è.
Link per ascoltare la canzone:


LUCIO BATTISTI: PER NOME (1988)

Ha un nome molto bello
che se me lo ricordo
lo chiamo quel bel nome.
E lei starà
non in qualche foresta
ma in qualche bestiola
che colta sul fatto si volterà di scatto
mostrando i suoi tre quarti
stupefatti
e gli inzuppati come dolci nel latte bianchi degli occhi
con il tocco sopra d'amarena.
Per nome ma non tanto per davvero
starà leggendo un libro nel pensiero
e infilerà un segnale nel sospeso.
Ha un nome molto bello, molto illeso
che se me lo ricordo si apre un fico
golosamente arreso se lo dico.
E lei starà
misurando con calme sequenze di palmi
su sé quanto dista
la gola fatalista
da tutta la tastiera
del costato. Avrà accordato
il respiro con l'arco
della dorsale
e sembra l'obiettivo
del suo cruciale sbarco.
Per nome quell'alone protettivo
che la dimenticanza ha rinforzato
la punta della lingua m'ha aggredito.
Ha un nome molto bello, smemorato.
Starà guardando molto da vicino
qualcosa che da qui non l'indovino.
E lei starà.
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